Ormai è risaputo che il turismo è quello più colpito dalla pandemia da coronavirus. Una crisi che potrebbe portare alla chiusura di molti hotel e ristoranti con un impatto negativo anche sui posti di lavoro. Una vera ripresa non ci sarà prima del 2022.
I turisti non ci sono più. È lo scotto dell’emergenza, ma anche di una certa narrazione che, soprattutto all’estero, sta scoraggiando i viaggiatori. Le prime ad averne risentito sono le attività ricettive, a digiuno come mai prima d’ora di prenotazioni.
“Con gli alberghi si spengono le luci della città, e questo non si può consentire”. Federalberghi ha deciso di chiudere gli hotel di Palermo e scendere in piazza per consegnare le chiavi al sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. “Il lockdown per noi è già cominciato”.
“Non si sono purtroppo concretizzate le condizioni per sostenere l’operatività delle strutture – il presidente di Federalberghi Palermo, Nicola Farruggio, non nasconde l’amarezza per le restrizioni imposte dagli ultimi Dpcm e che hanno indotto il comparto ricettivo cittadino a prendere questa sofferta ma inevitabile decisione – Le ultime cancellazioni e la quasi totale assenza di prenotazioni rendono inevitabili di fatto queste scelte. La parentesi relativa a poco più di qualche settimana estiva ha rappresentato il nulla rispetto ad un calo complessivo dell’80 per cento dei fatturati. Insignificanti e spesso mortificanti le misure che abbiamo dovuto condividere in modo generalizzato con altri settori e i vari appelli che abbiamo più volte rivolto sono stati raramente presi in considerazione”.
“Io grido, ed è un grido di allarme il mio – afferma Francesca Saitta, direttivo Federalberghi Palermo – Tutelate il turismo, perchè dal turismo derivano tante altre attività”.