“L’emendamento proposto dai deputati di Fratelli d’Italia all’Assemblea regionale siciliana per condonare gli immobili sulla fascia costiera costruiti nei 150 metri dalla battigia invece di dare strumenti e risorse per riqualificare le coste legittima chi ha fatto abusivamente un uso privato del mare e del paesaggio a danno di altri cittadini e del territorio e mette una pietra tombale sui tentativi di chi vuole ripristinare il decoro paesaggistico e restituire un bene prezioso alla pubblica fruizione”. A parlare così è il sindaco di Carini Giovì Monteleone che da anni porta avanti una battaglia contro l’abusivismo edilizio e che critica il testo, presentato in Commissione ambiente, che modificando i limiti di edificabilità permetterebbe di salvare dalla demolizione centinaia di case costruite nei 150 metri dalla battigia fra il 1976 e il 1985.
Dal 2015 ad oggi nel Comune da lui amministrato sono stati 1132 i provvedimenti repressivi emessi, tra ordinanze di demolizione, di inottemperanza alla demolizione, di acquisizione al patrimonio comunale e di sgombero. Sono state accertate più di 20 lottizzazioni abusive e i 303 immobili ricadenti in zona di inedificabilità assoluta demoliti.
Attualmente, sul lungomare Cristoforo Colombo è in corso l’ennesimo intervento di demolizione che ha preso il via lo scorso 8 luglio e che interessa un bifamiliare. La demolizione interessa solo una porzione di immobile costituita da piano terra, primo piano e secondo piano. L’altra parte è stata acquisita al patrimonio del Comune e sarà demolita a settembre. “L’immobile – spiega Monteleone – è stato sventrato per evitare durante l’estate le occupazioni abusive”. A seguire, sempre nella fascia costiera, saranno demoliti altri sei immobili.
Tutte queste demolizioni sono state possibili creando un ufficio ad hoc, separato da altri servizi ma collegato al settore patrimonio, per il quale il sindaco ha mantenuto le deleghe. Grazie all’attività degli uffici è stato possibile redigere due regolamenti di notevole interesse per il Comune, sia per recuperare fondi da destinare alle demolizioni sia per avere uno strumento che faccia da deterrente per la realizzazione di ulteriori abusi e per l’occupazione sine titulo di immobili, acquisiti al patrimonio comunale, destinati alla demolizione.
“Il piano se approvato rischia di vanificare tutti questi sforzi. Nel ricordare che la tutela dell’ambiente s’intreccia con l’esigenza di legalità – prosegue il primo cittadino – auspico che la maggioranza dei deputati siciliani respinga questa proposta insensata e fornisca invece adeguati strumenti legislativi e le risorse per attuarli nel supremo interesse del territorio , dei cittadini e delle future generazioni che hanno il legittimo diritto di vivere in un territorio a misura d’uomo”.
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