“È sconcertante il comportamento di questo Governo nei confronti di lavoratori che, per servire lo Stato come operatori del numero verde ‘1500’ nel periodo più duro della pandemia, hanno perso il diritto alla clausola sociale nel disinteresse più totale delle istituzioni. Sono stati liquidati con una letterina di fine anno in cui il Ministero della Salute ha ringraziato per il lavoro svolto gettando nella disperazione più di 500 famiglie, la maggior parte delle quali tra Palermo e Catania e nel Mezzogiorno”. A parlare così in una nota sono la senatrice Dolores Bevilacqua e il deputato regionale Adriano Varrica, che da mesi segnalano la situazione degli operatori call center di Almaviva anche attraverso interrogazioni parlamentari e denunce pubbliche.
“Il metodo – affermano Bevilacqua e Varrica – ricorda quello del dossier ITA, quando venne aggiudicato il servizio in pieno agosto. Ora hanno aspettato il 29 dicembre per fare questa azione vergognosa, nella bolla di fine anno tra legge di bilancio e cenone. Eppure il Governo aveva più di due mesi per intervenire quanto meno con una proroga di sei mesi, in modo da scongiurare l’incubo del baratro occupazionale che adesso si sta concretizzando”.
“La ventilata volontà di procedere ad una nuova gara per un servizio affine al ‘1500’ – aggiungono gli esponenti del M5s – non è una soluzione perché in questo modo non ci sarebbe nessuna garanzia di tutela e di transito nel nuovo servizio. Al momento non c’è alcun atto concreto mentre gli esponenti istituzionali di centrodestra restano in silenzio. Quella che manca è chiaramente la volontà politica di risolvere questa vergognosa situazione”.
Negli ultimi sei mesi il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte ha incontrato più volte i lavoratori così come i parlamentari cinquestelle dalla Lombardia alla Sicilia. “Conte è stato chiaro coi lavoratori durante la sua ultima visita a Palermo – concludono Bevilacqua e Varrica -. Noi continueremo a fare costante azione di pressione politica e istituzionale perché a questi lavoratori sia garantita la tutela occupazionale che spetta loro. Pertanto chiederemo che venga riaperto fin dai primissimi giorni di gennaio un tavolo di crisi sia a livello nazionale che regionale. Ciascuno deve assumersi le proprie responsabilità davanti ai lavoratori e all’opinione pubblica”.