Ancora tutto da scrivere il futuro di circa 700 dipendenti di Almaviva a rischio lavoro. Nell’incontro a Roma tra i rappresentanti del Ministero della Salute, del Ministero del Lavoro, la Regione Sicilia, le organizzazioni sindacali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni e i rappresentanti dell’azienda Almaviva Contact si è aperto un piccolo spiraglio: infatti nelle more del decreto milleproroghe, sarà inserito un emendamento in deroga per la ripresa in continuità del servizio 1500, che qualora approvato, dovrebbe ripristinare la prestazione fino al 31 dicembre 2023. Alcune forze politiche però non sarebbero d’accordo nell’approvare tali emendamenti.
“Dal 9 dicembre 2022 Almaviva la sede di via Cordova a Palermo ha chiuso, – spiega Giusy Giustiniani, dipendente insieme al marito, di Almaviva -, noi ci interfacciamo via web col personale di Roma . Il 28 febbraio scadono gli ammortizzatori sociali e l’azienda non ha intenzione di avere una proroga se non riceve certezze sul futuro dei dipendenti. In pratica ci hanno parcheggiato e la nostra posizione lavorativa è sempre più incerta“.
Il Servizio 1500 è stato chiuso il 31 dicembre scorso via email e Almaviva aveva intenzione di lasciare i call center. “La proroga del 1500 – spiega la lavoratrice – avverrà mantenendolo chiuso in attesa di utilizzarlo poi per altri usi. Quindi i lavoratori rimarranno in ammortizzatore sociale a zero ore fino al 31 luglio 2023 per poi, come da comunicazione, portarlo fino al 31 dicembre 2023. Noi siamo in ammortizzatore sociale con cassa integrazione all’80% da giugno 2022“.
Almaviva ha ribadito l’indisponibilità ad attingere ad ammortizzatori sociali senza una soluzione garantita per le lavoratrici ed i lavoratori coinvolti. L’azienda ha sottolineato, inoltre, l’intenzione di proseguire i percorsi formativi di riqualificazione IT, considerato che, ad oggi, circa un centinaio di lavoratori ha conseguito le certificazioni per operare nei comparti ICT.
“Come può una famiglia stare in cassa integrazione da più di un anno? Tutti se ne sono lavati le mani e chi ci rimette siamo noi lavoratori. Anche i committenti privati si sono ritirati perché senza clausola preferiscono puntare sui giovani di secondo livello invece che su dipendenti con diversi anni di esperienza. Ho incontrato tempo fa il presidente della Regione Schifani che mi aveva assicurato che ci avrebbe salvato”.
I sindacati hanno invitato ad accelerare le interlocuzioni, e le azioni di moral suasion da mettere in campo, considerata la scadenza incombente degli ammortizzatori sociali il prossimo 28 febbraio e le dichiarazioni di Almaviva Contact. Nella consapevolezza che non potrà essere esclusivamente il servizio 1500 la risposta per tutti i lavoratori coinvolti, le Segreterie nazionali hanno sollecitato il governo ad aggiornare il tavolo per individuare, tutte le parti coinvolte, ulteriori soluzioni tra cui ulteriori riqualificazioni professionali verso il comparto ICT di Almaviva Spa, ricollocazione verso altri fornitori di attività di customer, incentivi all’esodo su base volontaria.