Almeno 15 tornado hanno colpito la Sicilia: l’esperto del CNR spiega perché

Le trombe d’aria e le trombe marine che hanno colpito diverse province siciliane ad inizio settimana hanno destato allarme, Un esperto del CNR parla di questi fenomeni

Un’ondata di maltempo ha investito la Sicilia, provocando, oltre a precipitazioni abbondanti, almeno una quindicina tra trombe d’aria e trombe marine, che si possono chiamare anche tornado, perché sono sinonimi. Tanti siciliani si chiedono come mai nella loro isola si stanno verificando questi fenomeni di tale intensità. La risposta, come si legge su ilmeteo.it, l’ha fornita Stefano Federico, ricercatore dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del CNR.

LE TROMBE D’ARIA SONO UN’ANOMALIA?

Ci si chiede se sono da considerare un’anomalia le trombe d’aria e trombe marine che hanno colpito diverse province siciliane nelle giornate di lunedì 15 e martedì 16 novembre. Fenomeni che hanno provocato oltre ai disagi e ai danni anche una vittima. L’esperto del CNR ha detto: «Da un punto di vista formale sono sistemi atmosferici classici, tipici di questa stagione e di queste latitudini. Il problema è che a causa del cambiamento climatico, assistiamo a un intensificarsi nell’intensità e nella frequenza. E gli effetti sono sotto gli occhi di tutti, un impatto notevole sulla vita delle persone e sull’economia». Il ricercatore ha chiarito, comunque, che i fenomeni di questi giorni sono diversi dal ciclone che si è abbattuto su Catania a fine ottobre. «Quello era un evento particolare ─ ha specificato ─. Raro, originato dalle anomalie termiche nel golfo della Sirte che hanno dato origine a un Medicane, un uragano mediterraneo, con caratteristiche proprie, quindi con venti e precipitazioni intense, occhio del ciclone ben definito e libero da nubi».

LE TROMBE D’ARIA O TORNADO

A differenza del fenomeno atmosferico che ha investito Catania, ad inizio settimana si sono verificate delle comuni trombe d’aria o tornado. Seppure cariche di forza e frequenza insolita. Il ricercatore dell’Isac-Cnr ha spiegato: «Il mare è ancora caldo e fornisce grandi quantità di energia. Si tratta di fenomeni meteo organizzati, capaci di vivere a lungo e con effetti importanti. E che generano anche le cosiddette supercelle, sistemi più piccoli ma anche loro ben organizzati, come è avvenuto di recente anche in Sardegna». In definitiva questi fenomeni sono gli effetti del cambiamento climatico che sta impattando sul Mediterraneo. Con la conseguenza che questi eventi che una volta erano ritenuti eccezionali, stanno diventano la norma.

IN ITALIA SI VERIFICANO, NORMALMENTE, 8-10 TORNADO ALL’ANNO

Comunque l’Italia non è immune da questi fenomeni. Nel nostro paese si verificano, in media, 8-10 trombe d’aria all’anno. Solitamente concentrate tra l’estate e l’autunno. Le zone maggiormente colpite sono le aree pedemontane alpine, il Friuli, il Ponente Ligure, le coste dall’alta Toscana e del Lazio e la Sicilia orientale. Nelle trombe d’aria “italiane” di solito il mulinello ha un diametro di 50-150 metri, con venti che ruotano intorno al centro del mulinello alla velocità di 100-150 km/ora, mentre l’imbuto si sposta insieme alla nube temporalesca alla velocità di circa di 30-40 km/ora. Fortunatamente questi “mostri” meteorologici hanno durata breve, difficilmente oltre i 30 minuti. Quindi riescono a percorrere solitamente distanze limitate, in media 5-10 km. La rarità del fenomeno e la ristretta area da esso interessata inducono a dire che la probabilità che un dato luogo sia investito da una tromba d’aria risulti bassa. Ma, purtroppo, non del tutto remota.