Altofonte, ancora atti vandalici alla chiesa dell’Addolorata al Calvario

Il sindaco Angela De Luca: “Il vero interrogativo è: ma i ragazzini di oggi si divertono così?”

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La chiesa dell’Addolorata al Calvario, ad Altofonte, è stata nuovamente oggetto di atti vandalici, compiuti probabilmente da ragazzini del luogo. Dopo le scritte che ne avevano imbrattato la facciata esterna, ieri sera alcune tegole del tetto sono state distrutte lanciandovi sopra delle pietre di grosse dimensioni.

A fare la scoperta alcune donne recatesi sul posto per pulire la chiesetta, che nei prossimi giorni dovrebbe essere utilizzata per svolgervi le prime comunioni. A spiegarlo a Palermo Live è Angela De Luca, sindaco di Altofonte: “Non si tratta di una chiesa consacrata, all’interno della quale vi è l’eucarestia. Viene e verrà utilizzata nelle prossime settimane per fare le prime comunioni all’aperto, a causa del Covid; onde evitare di farle all’interno della chiesa, si dà spazio per farle all’esterno”.

L’edificio si trova ai piedi dell’obelisco, in una zona fitta di alberi: questo l’elemento che renderebbe più facili le intrusioni dei ragazzi, che già una volta hanno vandalizzato la struttura con delle scritte di vernice rossa. “Il vero interrogativo è: ma i ragazzini di oggi si divertono così?”, si domanda il sindaco.

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Un luogo con un forte valore simbolico

Oltretutto, si tratta di un luogo dotato di un forte valore per la comunità di Altofonte. “Per noi quella chiesetta ha un valore storico e simbolico non indifferente – racconta il sindaco De Luca -. Il parroco, insieme alle congregazioni (è una prassi che va avanti dal 1600), quando nel nostro territorio non piove da tanto tempo, prende il quadro di Maria Addolorata, da cui la chiesa prende il nome, e lo porta in processione dalla piazza, attraverso il monte Calvario, in pellegrinaggio fino all’interno di questa chiesetta, nella quale viene poi detta una messa”.

“Intorno al 1600 – 1700 era addirittura usanza che le congregazioni, a turno, rimanessero dentro la chiesetta fino a quando non pioveva. Noi tuttora questa consuetudine l’abbiamo all’interno del nostro Dna, per noi è importantissimo”.

Uno scenario costante

L’atto vandalico, reso ancor più grave dalla sacralità del luogo, non è l’unico che ha colpito Altofonte. Il sindaco lamenta una situazione che si ripete costantemente: panchine rotte, alberelli presi di mira nella piazza del paese, chiasso davanti al municipio. “Sono ragazzini, ok, però arrivare a vandalizzare la chiesa è grave”.

“Dobbiamo entrare nell’ottica di costruire e abbellire, non nell’ottica del distruggere. Dopo aver distrutto, cosa ci ritroviamo? Non resta più nulla”.

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