“La sottoscrizione dell’accordo rappresenta un importante riconoscimento economico per l’azienda Amat e dimostra l’attenzione dell’Amministrazione comunale per la salvaguardia del trasporto pubblico e dei lavoratori dell’azienda, segnando anche un punto di svolta per quanto riguarda il riconoscimento dei chilometri percorsi dal tram come parte integrante ed effettiva del trasporto pubblico locale in città“. Ipse dixit verrebbe da dire, commentando le parole proferite da Leoluca Orlando verso metà maggio, allorchè fu firmato il contratto integrativo Comune-Amat che vide lo sblocco di 15 milioni di euro.
“Un’importante novità costituita dal riconoscimento dei chilometri percorsi su ferro” gli fece eco l’assessore Giusto Catania che aggiunse: “Di fatto il Comune, riconoscendo questi come parte integrante del trasporto pubblico, ha fatto da apripista favorendo la scelta della Regione che, per la prima volta, ha riconosciuto 3,8 milioni per l’esercizio del tram”. Peccato che stando ad oggi, 3 giugno, “ancora una volta i lavoratori dell’Amat restano a bocca asciutta! Anche per il mese di maggio non si hanno notizie certe sul pagamento degli stipendi”. Questa la denuncia, tramite un comunicato dei lavoratori di Amat, Franco Mineo Filt Cgil, Salvatore Girgenti Fit Cisl, Franco Trupia Uiltrasporti, Fabio Danisvalle Faisa Cisal, Corrado Di Maria Ugl, Carlo Cataldi Cobas Trasporti e Giuseppe Taormina Orsa Trasporti.
IL RISCHIO DI INDEBITARSI ANCORA DI PIU’ CON LA BOMBARDIER E’ CONCRETO
Anzi, riguardo l’accordo con Bombardier (la ditta che gestisce il tram a Palermo) il rischio è di creare un ulteriore disavanzo. Difatto, è da ricordare che, nei confronti della stessa, l’impegno di Amat e quindi del Comune, a inizio anno era di pagare l’arretrato che ammonta a nove milioni di euro. Palazzo delle Aquile a suo tempo predispose un piano di rientro con una prima tranche da versare entro il 10 gennaio. In caso contrario, la Bombardier si disse pronta “a interrompere le prestazioni manutentive in global service”.
UNA SITUAZIONE SPINOSA
“Una vicenda interamente subordinata alle risorse TPL, regionali, già incassate dal Comune di Palermo sin dalla metà di aprile, ma che poi non sono state versate all’azienda che ne è destinataria”, si specifica, per poi sottolineare che “i lavoratori sono stanchi. Per l’ennesima volta è grande il disagio a loro arrecato, il loro lavoro viene puntualmente mortificato in questo modo, vincolato alle diatribe fra i dirigenti del Comune e l’Azienda Trasporti di Palermo”. Insomma, una situazione spinosa, ma che non rappresenta affatto l’eccezione dovuta all’emergenza sanitaria, quanto un vero e proprio vizietto, se è vero com’è vero che i lavoratori Amat, da diverso tempo a questa parte non hanno mai ricevuto puntualmente gli stipendi. Almeno dieci-quindici giorni di ritardi sembrano essere divenuti una consuetudine.
NELL’INCERTEZZA ASSOLUTA
“Come se non bastasse neanche i vari assessorati comunali, dal Bilancio alle Partecipate, riescono a dare certezze sul trasferimento dei fondi. Da mercoledì scorso ci era stato assicurato dall’assessore al Bilancio, che anche se in ritardo, le procedure per il trasferimento risorse erano state esperite, tuttavia ancora oggi dopo otto giorni non si ha alcuna traccia delle somme e pertanto l’Azienda non è in grado di garantire le retrbuzioni di maggio, rinviando a data incerta.”
VIOLATI DIRITTI DEI LAVORATORI E FAMIGLIE IN PENA
I sindacati di Amat ribadiscono: “Da diverso tempo ormai, Amat subisce continui ritardi su ogni dispositivo amministrativo da parte dei dirigenti del Comune, senza che si sia provveduto a risolvere una volta per tutte sulle eventuali disfunzioni. Se non si interviene l’azienda e i lavoratori continueranno a subire le vessazioni indotte da qualunque virgola che ostacola la liquidità disponibile. Ci era stato trasmesso che l’ultimo blocco era dipeso da una variazione contrattuale che il Presidente dell’Amat avrebbe dovuto sottoscrivere; di certo sappiamo che tale vincolo sia stato superato almeno da una ventina di giorni. Ci chiediamo allora, perché i dirigenti del Comune non hanno provveduto a evadere prontamente per le somme regionali già disponibili? Mistero il quale viene scontato sui diritti dei lavoratori e sulla serenità delle loro famiglie”.
Sono dunque tempi difficili anche per il lavoratori Amat che, oltre a dovere fare i conti con i succitati ritardi, sottolineano un ulteriore aspetto. La mensilità in questione difatti, coincide con la paga dei lavoratori messi in cassa integrazione a causa dell’emergenza covid. In buona sostanza, le retribuizioni di aprile, per parte dei lavoratori inseriti nel cosiddetto fondo bilaterale, non sono piene ma all’ottanta per cento. In pratica una beffa. È proprio per tutta questa serie di motivi che i lavoratori, come detto, giunti al limite della sopportazione, si dicono pronti a scendere in piazza per rivendicare, in maniera più che mai ferma, i propri diritti.