Amat, i sindacati chiedono le dimissioni del CdA e l’intervento del consiglio comunale
“Da un’azienda in salute ad una Società cagionevole per le scelte politiche subite nel corso di anni di cieca ostinazione e di errati indirizzi”. È il commento di Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal, Cobas e Orsa Tpl sulle vicende dell’Amat di Palermo.
“Il Comune, socio unico, da anni le ha affidato il compito gestire alcuni servizi come car-sharing, rimozione, zone blu, ztl, ecc., nonostante siano la palla al piede dell’azienda, senza che questi venissero mai restituiti all’amministrazione comunale, continuando quindi a gravare sul bilancio aziendale”, scrivono in una nota i sindacati, che pongono l’accento sulla gestione del tram, “le cui risorse approntate dalle istituzioni sono insufficienti a sostenerne l’esercizio. Da solo perde 6 milioni all’anno”, sottolineano.
“Gli amministratori dell’Amat fanno harakiri non reagendo agli obblighi nefasti imposti dal socio che necessariamente dovrebbero viceversa consegnare le chiavi al proprietario. A cominciare proprio dal tram, pagato circa 5 euro al km quando ne costa 12. Stessa scelta andrebbe fatta per tutti gli altri servizi già citati. Sulle zone blu e sulla ztl, addirittura, continuano ad emergere imposte che spuntano come funghi a carico di una azienda già depauperata da riduzioni consistenti di capitale sociale. Valeva circa 90 milioni di euro. Una prima riduzione l’ha portata a circa 35 ed oggi si appresta a valerne meno di 13”.
Facendo il punto sulla chiusura del Bilancio 2022, le organizzazioni sindacali si soffermano sugli “errori di interpretazione contrattuali dei dirigenti e del controllo analogo, quando l’Agenzia delle entrate ha rivendicato il mancato pagamento Iva per circa 3 milioni di euro dal 2016 sugli incassi ztl. Beffa delle beffe”, affermano, poiché questi servizi “avrebbero dovuto portare le risorse per compensare l’esercizio tram e, invece, le stesse hanno finito per gravare ulteriormente sui bilanci aziendali”.
“Purtroppo, anche l’attuale consiglio d’amministrazione – scrivono le organizzazioni sindacali – continua con la logica dello ‘Yes-man’ approvando giustamente il bilancio 2022 a meno 21 milioni di euro, ma non intraprendendo, come anche giustamente sarebbe, la restituzione immediata dei servizi. Dispiace poi assistere al fregiarsi dei risultati di qualche linea di mare ben servita e l’incasso di pochi spiccioli versati da una utenza abbandonata in tre quarti della città”.
Ciò che chiedono i sindacati è che “il consiglio comunale intervenga per ripristinare il capitale sociale. E il cda dell’azienda si dimetta o restituisca i servizi in perdita senza ulteriori attese, altrimenti a fine anno dovranno registrare ulteriori perdite e questa volta non ci sarà più nulla da raschiare nel barile del capitale sociale di un gioiello di famiglia svenduto poco a poco”, concludono.