Amat, la chiave del Piano Industriale è il tram: porte aperte ai privati per i servizi in perdita

piano industriale

Il tram priorità assoluta, i conti aziendali vanno mantenuti in ordine, potenziare il trasporto pubblico locale e affidare ai privati le attività, ad oggi, in perdita. Si può riassumere in questi punti la bozza del Piano Industriale di Amat arrivato al Consiglio Comunale. Tempi rispettati, così come dichiarato dal sindaco di Palermo Roberto Lagalla e l’assessore Maurizio Carta settimana scorsa, assicurando che si stava lavorando al piano industriale , definito come “la base per la predisposizione di un contratto di servizio solido e di lungo periodo da sottoporre al Consiglio comunale per la discussione, le eventuali integrazioni e l’approvazione nei tempi stabiliti dal piano di riequilibrio del Comune”. Il 19 novembre si era svolta uno sciopero dei lavoratori dell’azienda e dai sindacati era stato manifestato pessimismo sui tempi del Piano Industriale. Ad essersene occupato sarebbe stata una società ligure specializzata nella programmazione del trasporto pubblico locale.

No tram-no Piano Industriale

Il futuro di Amat gira attorno al tram. Dal sistema tranviario passa la riorganizzazione del trasporto pubblico di Palermo: i percorsi, la riassegnazione di autobus, la soppressione di alcune linee e la gestione dei parcheggi d’interscambio. Questo ultimo punto ritenuto fondamentale per spingere i cittadini a rinunciare alla propria auto in favore dei mezzi pubblici.

Le nuove linee del tram previste entro il 2027 avranno logiche conseguenze di cambiamento nel trasporto gommato: diverse linee bus, infatti, potrebbero cambiare percorso mentre altre andrebbero soppresse, come ad esempio la 100 e la 234. Nel Piano Industriale sarebbero menzionate le linee 100, 108, 118, 304, 380 e 534 come quelle soggette a possibili modifiche di percorso. I mezzi sottratti a queste tratte potrebbero essere reindirizzati su altri progetti: Amat avrebbe, infatti, intenzione di “allargare” i collegamenti con la provincia. A Monreale (389), Villabate (224) e Isola delle Femmine (628) si potrebbero aggiungere comuni quali Altofonte, Misilmeri, Belmonte Mezzagno, Ficarazzi e Torretta. Ma non è una priorità, al momento. Un’altra importante novità potrebbe riguardare la linea principale di Palermo, ovvero la 101 il cui capolinea potrebbe essere spostato da viale del Fante a viale Francia (già al centro delle polemiche per i disagi del mercato rionale) L’obiettivo del Piano Industriale di Amat è quello di potenziare il trasporto pubblico cittadino, sia tram che gommato, in questo momento con grosse criticità.

I prossimi step del Tram

La prossima tappa che riguarda il tram è l’inizio dei lavori della linea C più volte rinviati, ma che adesso dovrebbero partire a gennaio 2025. La durata degli interventi dovrebbe essere di circa tre anni, con conclusione dicembre 2027. La linea C in futuro collegherà la stazione Notarbartolo alla stazione Centrale attraverso viale Regione Siciliana, via Ernesto Basile e corso Tukory.

Dopo toccherà alla linea B, dalla stazione Giachery alla stazione Notarbartolo: qui i tempi dovrebbero essere più brevi, con inizio del cantiere fissato a giugno 2025 e conclusione novembre 2026.

Amat apre ai privati per i servizi in perdita

Nell’attuale bozza del Piano Industriale, secondo quanto filtra da Palazzo Comitini, ci sarebbe ampio spazio ai servizi in perdita. Dal bike sharing, passando al car sharing, alla rimozione dei mezzi in sosta vietata per finire col servizio segnaletica. L’azienda di via Roccazzo potrebbe ricorrere ai privati per la gestione di questi servizi, così come previsto da una clausola concordata col Comune di Palermo.

Cambiano le zone blu

Altra riorganizzazione, che sarebbe presente nella bozza del piano industriale, riguarda le zone blu: gli stalli a pagamento, infatti, dovrebbero essere riorganizzati in cinque fasce, alcune delle quali modulate su sezioni orarie (una categoria in cui rientrano i parcheggi del centro città) o in base alle stagioni (come nel caso di Mondello). Potrebbe esserci un aumento delle tariffe e un prolungamento delle fasce orarie di validità delle zone blu. Lo scopo è quello di migliorare gli introiti dei servizi ausiliari, ciò anche alla luce dei vincoli imposti dal piano di riequilibrio a cui è soggetto il Comune di Palermo. Amat ha poi l’obiettivo di centralizzare la gestione della Ztl del centro di Palermo, quindi curare sia l’aspetto amministrativo, di conduzione che di manutenzione.

Personale e digitalizzazione

Amat per la gestione del personale potrebbe ricorrere al turnover. Si tratta di forme di accompagnamento alla pensione per quei dipendenti vicini alla conclusione della propria attività lavorativa. Dovrebbero essere introdotti i buoni pasto dal valore di sei euro al giorno per ogni giornata lavorativa di 8 ore effettuata.

L’azienda di via Roccazzo poi non perde di vista il tema della digitalizzazione: in futuro in città ci sarà spazio per bus elettrici e per garantire un buon tracciamento dei mezzi si valuterà la creazione di una struttura simile a una control-room per garantire un aggiornamento in tempo reale dei movimenti sia dei bus Amat che dei tram. Qui non si può fare riferimento alle paline, molte delle quali installate in alcune fermate ma poche quelle funzionanti.

“Finalmente i consiglieri comunali hanno potuto visionare la bozza di piano industriale proposta da Amat”, dichiara a Palermo Live Concetta Amella, consigliera comunale del Movimento Cinque Stelle. “Personalmente, pur condividendo l’importante obiettivo di rilanciare l’azienda da un punto di vista gestionale, non posso non sottolineare che il documento in questione appare fin troppo schematico, soprattutto sui nodi cruciali della programmazione triennale. Ciò a cominciare dai termini della privatizzazione di alcuni servizi in perdita, come bike e car sharing oppure come il servizio segnaletica. Tali voci non sono solo composte da numeri, ma anche e soprattutto da lavoratori che hanno famiglie a carico e che vanno tutelati. Fatto su cui noi, come M5S, ci batteremo con forza.

Inoltre – continua Amella -, all’interno del piano industriale, si parla del possibile ricorso, entro il 2026, a forme di collegamento inter-provinciali con alcuni comuni della Città Metropolitana. Un progetto di per sé nobile ma che cozza con una realtà che parla di periferie della città non adeguatamente collegate, con l’utenza che rimane in attesa alle fermate a tempo indeterminato. A tal proposito, l’azienda punta a migliorare la digitalizzazione dei servizi, in modo da attivare quel tracciamento in tempo reale degli autobus in giro per la città.

Speriamo che questi propositi non rimangano lettera morta. Ciò anche alla luce dei problemi, ormai conclamati di Muoversi a Palermo. Applicazione presentata ormai nel 2022 come panacea di tutti i mali ma che oggi continua a non fare quello per cui è stata programmata, ovvero dare informazioni in tempo reale ai palermitani sul passaggio delle linee dell’Amat. O delle accensione delle 19 paline intelligenti che ad oggi, a distanza di 18 mesi, risultano ancora spente, eccezion fatta per 4 di esse. E’ inutile mettere in fila una serie di buoni propositi se non si è in grado di realizzarli. Altrimenti, più che di un piano industriale, si rischia di parlare di un libro dei sogni”.