Situazione sempre più nera in casa Amat dove i lavoratori sono pronti a un nuovo sciopero per chiedere la firma del nuovo contratto di servizio e il via libera al Piano Industriale 2025-27 (CLICCA QUI per l’approfondimento). I sindacati, però, come previsto dalla legge hanno dovuto riaprire una nuova vertenza dato che sono passati 90 giorni, attivando ex novo una procedura di raffreddamento e tentativo di conciliazione come comunicato tramite una nota di qualche giorno fa.
Le richieste dei lavoratori sono sempre le stesse: il passaggio a Full-Time di tutti i lavoratori ancora a Part-Time; l’istituzione di un ticket giornaliero di 7 euro “buono pasto” per tutti i lavoratori, di un “super-bonus” giornaliero per gli operatori di esercizio che svolgono le proprie mansioni; un “super-bonus” giornaliero per gli operatori di officina effettivamente occupati per la manutenzione e il recupero dei bus e la riattivazione e rimodulazione del premio “evitati sinistri”.
Venerdì scorso a Palazzo Comitini si è tenuto un incontro tra i sindacati, i capigruppo del Consigilio Comunale, il presidente Amat Giuseppe Mistretta, i capigruppo del Consiglio Comunale, la Direzione Generale ed i responsabili delle aree tecniche del Comune, gli assessori, i componenti della prima e terza commissione, tutti presenti e tutti insieme maggioranza ed opposizione. I sindacati hanno rappresentato la situazione di criticità e stallo che regna da mesi sulla vertenza in azienda.
“Le organizzazioni sindacali hanno chiesto alle forze politiche della città di adoperarsi per scongiurare il prossimo blocco dei servizi evitando ulteriori disagi ad una città già in ginocchio per la malridotta viabilità cittadina. Hanno chiesto che si ponga fine alle misere retribuzioni dei lavoratori avendo di fatto già sottoscritto a giugno di quest’anno un accordo che non è stato ancora avallato dagli uffici del Controllo Analogo. Un atto dovuto dall’Amat e non corrisposto da un decennio ed ancora oggi sottoposto alla tagliola di due strumenti (piano industriale e contratto di servizio) che continuano a girare nell’etere nonostante già a giugno 2023 la giunta comunale ne avesse deliberato e indicato la chiusura per marzo di quest’anno“.
In caso di mancato incontro o di una nuova fumata nera in Prefettura col Comune, come avvenuta a giugno, i sindacati sono pronti a continuare lo sciopero. Lo stop dei lavoratori, annunciato qualche giorno fa, previsto per il 24 gennaio 2025 con i termini della vertenza scaduti e da rinnovare, potrebbe però saltare. La speranza del personale è di avere maggiori certezze dal Comune di Palermo e dall’azienda di via Roccazzo entro il 31 dicembre, soprattutto per quello che riguarda il contratto di servizio. Ma a undici giorni dalla fine dell’anno sembra molto complicato che qualcosa si possa sbloccare. E il nuovo anno per il trasporto pubblico locale rischia di aprirsi per come si è chiuso: lavoratori scontenti, bus fermi e disagi per i cittadini.