La Rete dei Democratici e Socialisti di Sicilia e della Federazione dei Giovani Socialisti di Sicilia tramite una nota lanciano un allarme legato al futuro di Palermo e della Sicilia e le prossime amministrative. “A pochi mesi dalle elezioni comunali l’unico dibattito che impegna il centrosinistra è quello sul cosiddetto perimetro della coalizione e sul fare o non fare le primarie“, dicono i due gruppi. “Nessuna vera discussione sul programma politico è stata affrontata. Questo, a dire il vero, non senza la responsabilità della stampa, che con lanci di candidature prive di alcun sostegno o annunci di primarie mai fissate, non ha certo aiutato a fare evolvere il dibattito aldilà dai tatticismi e dalle ambizioni personali. Invece vorremmo sapere, prima di tutto da cittadini, che prospettiva si vuole dare a una città e una regione che non danno futuro. Dopodiché, da giovani impegnati in organizzazioni politiche, lavorare affinché tali prospettive si realizzino”.
Ogni anno, Palermo saluta migliaia di nostri coetanei. Qui il diritto allo studio assume un significato diverso rispetto ad altre parti d’Italia. In Sicilia, la crisi dura ininterrottamente dal 2008. Noi vogliamo che si parta da questo. Vogliamo che Comune e Regione creino le condizioni favorevoli per una nuova industrializzazione, attraverso amministrazioni in grado di saper spendere i soldi del PNRR e colmando il gap infrastrutturale che blocca la crescita economica. Occorre un’università in grado di collegare direttamente i giovani laureati al mondo del lavoro e, prima di tutto, che garantisca e promuova, insieme alla scuola, il diritto allo studio. Combattiamo per la tutela dell’ambiente e del paesaggio, per la diffusione della cultura, dello sport. Palermo non può più permettersi circoscrizioni fantasma che non erogano servizi alle persone. La gestione dei servizi pubblici è disastrosa: non basta tenere fermo il controllo pubblico se poi non si dice come lo si vuole far funzionare, potenziare e razionalizzare.
Pensiamo che sia questo a preoccupare i cittadini, e non il tema del chi si candida e con chi. Anzi, la definizione di un programma politico aiuta a chiarire quali saranno i soggetti coinvolti e chi sarà il candidato sindaco in grado di rappresentarli. Lo stesso vale sul piano regionale, perché a ogni appuntamento elettorale la galassia della sinistra si presenta al popolo con nomi diversi. Questo genera diffidenza, disillusione e conseguentemente, scarsi risultati.
Da ormai vent’anni manca un grande e radicato partito socialista in Italia, forse unico caso europeo, ma egoismi e particolarismi, unitamente alla ben nota crisi di ideali, hanno fatto sì che la questione non si affrontasse e non si affronti tutt’oggi. Ai giovani orfani di partito non resta che aspettare che qualcuno prenda coscienza di ciò, o cercare lentamente e faticosamente di costruire qualcosa. Ci sono segnali di vita a sinistra, attendono solo di essere ascoltati.