Amministrative Palermo 2022, Ferrandelli presenta la sua seconda lista citando Pasolini

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Ti diranno di non splendere. E tu splendi, invece”. Con questa frase di Pier Paolo Pasolini, Fabrizio Ferrandelli ha presentato in conferenza stampa la seconda delle liste che sosterranno la sua candidatura a Sindaco di Palermo. La lista si chiama “E tu splendi Palermo”.

È una citazione di Pier Paolo Pasolini, uno straordinario intellettuale italiano. Il nostro è un omaggio, a cento anni dalla nascita – dice Ferrandelli – a uno scrittore, un poeta, una delle menti più lucide ed estrose del nostro Paese”. Ma per Ferrandelli quelle parole sono una chiave di lettura per comprendere la nostra città: “Questa citazione, questa esortazione, racchiude più di ogni altro slogan il rapporto tra la politica e Palermo, tra la città e il resto del Paese, tra ciò che potremmo essere e ciò che ci hanno fatto diventare”.

Il ragionamento del candidato Sindaco si sviluppa inseguendo la trama di responsabili e responsabilità di un disagio anche culturale. “Perché a Palermo, alla città, a noi palermitani – spiega – ce l’hanno detto tante e tante volte “di non splendere”. Troppe volte. A volte esplicitamente, altre implicitamente. Proprio così: ci hanno detto che Palermo non poteva splendere”.
Non ci sono parti politiche esenti da questa “diminutio” di Palermo. Di non splendere, ricorda, “Ce l’ha detto un pezzo delle destre, come quella leghista, che oggi si è ripulita e vuole far credere di esser divenuta nazionale. La stessa Lega che voleva liberarsi della Sicilia e di Palermo. Che ne ripugnava la cultura, le persone, la storia. Ne disconosceva la comune nazionalità. La Lega ha scavato nei nostri animi e ci voleva far credere di non essere in grado di splendere. Con cattiveria, con l’intento di tenerci a testa bassa. Di farci sentire insicuri. Ha preso i nostri umani difetti, che esistono e che non vanno disconosciuti perché non esiste miglioramento non prendendone coscienza, e li ha usati per farci sentire inadeguati. Per farci sentire spenti. Dentro, spenti dentro“.

Ma non è solo la Lega ad averci detto che non possiamo splendere precisa Ferrandelli. Non è stata solo lei a farcelo credere, a convincerci che non ne avessimo le caratteristiche, le qualità. Anche i nostri politici locali ce l’hanno fatto intendere. Come? Facendoci credere che la situazione fosse irrecuperabile. Che _Palermo questa è. Sporca, con un bilancio perennemente in rosso, con la mafia che fa parte di essa. Povera, emigrante. Terra di fuga. Una Palermo che è sempre stata così e sempre sarà. Per questo loro erano il “male minore”. I meno peggio, come si dice. Dovevamo accontentarci. Nel buio al quale secondo loro dovevamo esser condannati, loro erano il meglio su piazza. E se non risolvevano i problemi, i tanti problemi della nostra città, era appunto perché Palermo era sempre stata così: spenta. Incapace di rinascere, incapace di splendere”.

Da queste considerazioni, quindi, parte la campagna di Ferrandelli. “Adesso sono pronto. Noi oggi decidiamo, come donne e uomini, di guardare in faccia chi ci voleva far credere di non essere in grado di splendere per dir loro che avevano torto. Avevano e hanno torto. Che non è vero che le cose non possono cambiare. Che non è vero che qui, in questa terra, non abbiamo le caratteristiche giuste per diventare la Capitale del Sud e il centro nevralgico del Mediterraneo. Le abbiamo, invece. Le abbiamo tutte”.

Perché e come far splendere Palermo? Ferrandelli ha le idee chiare: “Per storia, cultura, posizione geografica possiamo splendere e farlo in maniera più luminosa di tanti altri. Al punto da poter fare scuola. Di metodo, innanzitutto. Possiamo infatti partire dal piccolo, con modestia perché è il modo migliore, e iniziare a ripulire la città; possiamo iniziare a rompere gli schemi del malaffare e del disinteresse verso la cosa pubblica non con misure retoriche e draconiane, ma premiando i cittadini che vogliono far splendere la città; possiamo iniziare dal piccolo, curando lo sviluppo dell’artigianato e del turismo, per poi farne notizia in tutta Italia”.

Possiamo diventare, finalmente, europei –conclude Ferrandelli – davvero, non sulla carta. Perché dopo l’ordinaria amministrazione, dopo aver sistemato i danni di decenni di amministrazioni penose che ci hanno insegnato a non splendere, possiamo guardare in alto, davvero in alto. Possiamo immaginare una città europea. Una capitale europea, quella di avanguardia nel Mediterraneo. Una sua capitale, un centro, un cuore pulsante capace di sprigionare sviluppo, cultura, benessere. Un raccordo tra Sud e Nord, tra Mediterraneo orientale e occidentale“.

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