Amministrative Palermo, Franco Miceli: “Io non sono Leoluca Orlando, è finita l’era Orlandiana”

Il candidato sindaco del centrosinistra è stato ospite a Radio Time

Miceli

È forse uno dei nomi più attesi per le prossime elezioni, l’architetto Franco Miceli si presenterà ai cittadini domenica alle ore 18 a Villa Filippina. Il candidato del centrosinistra a sindaco di Palermo è stato ospite della trasmissione radiofonica “Time Magazine” condotta da Mario Caminita e Massimo Pisciotta su Radio Time.

Si può parlare di continuità con questa amministrazione – dice Miceli – solo nel caso in cui è fatta di aspetti concreti che in questo momento non ci sono. Bisogna fare un’analisi del lavoro fatto in passato, luci ed ombre della città. È chiaro che chiunque si proponga al governo di questa città debba tener conto di quello che è stato fatto nella precedente amministrazione. A chi dice che io sono la prosecuzione di Orlando rispondo che ‘io non sono Orlando’. Bisogna vedere però le luci e le ombre di quello che è stato fatto per costruire una nuova fase. È finita l’era Orlandiana. Palermo deve guardare al futuro, inizia una nuova fase. Orlando ha traghettato Palermo verso una dimensione asfittica, ha riscoperto ad alcune identità della città alla quale ha dato valore. Adesso è importante rendere di nuovo la città attrattiva per i palermitani e per chi viene da fuori”.

I CONTI DEL COMUNE SONO IL VERO PROBLEMA

Il problema principale riguarda il risanamento dei bilanci del Comune. Sto studiando in questi giorni le carte per individuare le criticità dei conti dell’amministrazione che vanno affrontate. Da risolvere le tematiche dei rifiuti, delle sepolture, è necessario fare un percorso di programmazione per evitare il ripetersi di queste emergenze. Una mancanza importante per il Comune è data dalle  entrate, ad esempio ha il 40% in meno dei tributi. Se riusciamo a recuperare queste perdite, possiamo anche aumentare l’addizionale. L’obiettivo è pagare tutti, pagare di meno e avere un servizio efficiente”.

Tram? Un tema strategico. C’è una strategia, un piano e ci sono le risorse che non devono essere perse. Il tram per certi versi ha elementi che altri trasporti urbani non hanno, unendo diversi aspetti. Valuteremo il piano e vedremo come migliorarlo. L’ipotesi del tram in via Libertà non la escludo, chi ritiene che si possa attenuare la bellezza di via Libertà per me sbaglia. Una volta completato il tram, la gente sarà incentivato a prenderlo“.

L’INTERVISTA VIDEO A FRANCO MICELI

“Credo che i problemi di Palermo debbano essere affrontati in una vasta aerea. I trasporti sono importanti per la città, ogni giorni in tanti entrano ed escono dalla città. Il ponte Corleone è una via di fuga dal capoluogo, renderlo sicuro è fondamentale. Già quando ero assessore avevo affrontato la questione, ma poi non se ne fece più nulla”. Una grande holding Rap, Reset e Villa Giardini? Miceli dice no. “Non sono d’accordo, meglio avere più strutture che si dividono competenze e lavori. Sono convinto di che bisogna fare un profondo rinnovamento delle partecipate, ad esempio manca un ente che si occupi del Patrimonio pubblico immobiliare. Palermo deve essere rigenerata, dare nuova vita a quelle zone urbane abbandonate e bisogna partire dalla ristrutturazione del settore pubblico”. 

I palermitani sono restii nell’andare a votare per le prossime elezioni, dopo gli anni deludenti dell’amministrazione Orlando e di tutta la classe politica. “Senza il contributo dei palermitani non possiamo aprire una nuova fase per il capoluogo – afferma Miceli -. Un buon governo deve recuperare il rapporto tra il cittadino e la politica. Io ho posto delle condizioni per la mia candidatura, la mia indipendenza politica. Parlerò con tutti, sono sempre pronto al confronto. Nella mia Giunta penso alla presenza di donne competenti che faranno parte della mia squadra pronta ad affrontare questa battaglia. Credo molto nel decentramento. Lavoreremo per tutto il mese al patto, lo renderemo pubblico. Chiamerò anche le forze politiche ad essere presenti e portare le proposte al Governo nazionale. Dobbiamo traghettare la città verso un modello contemporaneo“.

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