Andrea Bonafede in arresto: “Al servizio di Messina Denaro da oltre due anni” | VIDEO

Fin dai primi momenti della cattura del boss Matteo Messina Denaro, il 59enne era stato iscritto nel registro degli indagati per associazione e procurata inosservanza della pena

complici

I carabinieri del Ros e del comando di Trapani nella serata di ieri, 23 gennaio, hanno arrestato Andrea Bonafede. Il geometra si trovava a casa della sorella a Tre Fontane, località balneare di Campobello di Mazara. Fin dai primi momenti della cattura del boss Matteo Messina Denaro, il 59enne era stato iscritto nel registro degli indagati per associazione e procurata inosservanza della pena, ossia gli ergastoli che il capomafia, ex latitante, non ha scontato.

Il ruolo di Andrea Bonafede

Ad Andrea Bonafede era intestata la carta d’identità usata dal boss, quella con cui Messina Denaro si presentò anche in ospedale e alla clinica “La Maddalena” di Palermo. Formalmente anche il covo di via CB 31 era di proprietà del geometra: qui il latitante ha vissuto nell’ultimo periodo. Infine, la Giulietta di Messina Denaro era intestata proprio alla madre di Bonafede.

Subito dopo l’arresto dell’ex Primula Rossa di Castelvetrano, il geometra aveva ammesso che in realtà i soldi per l’acquisto dell’immobile gli erano stati dati dal capomafia. Al vaglio degli inquirenti anche altre sue affermazioni. A chiederne l’arresto, firmato dal presidente della sezione dei giudici per le indagini preliminare Alfredo Montalto, il procuratore Maurizio De Lucia e l’aggiunto Paolo Guido.

“Ha consapevolmente fornito i mezzi a Messina Denaro”

“L’odierno indagato ha consapevolmente fornito a Matteo Messina Denaro, per oltre due anni, ogni strumento necessario per svolgere le proprie funzioni direttive: identità riservata, un covo sicuro, mezzi di locomozione da utilizzare per spostarsi in piena autonomia”. Così sostiene il gip di Palermo Alfredo Montalto, che ritiene che “possa condividersi la conclusione del pm riguardo alla configurazione, in termini di gravità indiziaria, del reato di partecipazione di Bonafede all’associazione mafiosa facente capo a Matteo Messina Denaro”.

“Si aggiunga – prosegue il gip – che le condotte di Andrea Bonafede si sono protratte certamente per molti mesi: le parziali ammissioni della persona sottoposta alle indagini, alla luce dei preliminari riscontri raccolti, confermano che l’acquisto della abitazione e la cessione di un documento di identità sul quale apporre la propria fotografia risalgono ad un periodo risalente almeno al 27 luglio 2020 (epoca di acquisto della prima autovettura) o comunque al 13 novembre 2020 (epoca del primo intervento subito da Matteo Messina Denaro sotto le mentite spoglie di Andrea Bonafede)”.

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