Con una semplice ma affollata cerimonia svoltasi nell’ampia aiuola centrale di piazza Giovanni Paolo II (già
piazza De Gasperi), è stato ricordato il sacrificio del servitore dello Stato Emanuele Piazza , crudelmente
soppresso dalla mafia e di cui non si hanno più notizie dal 1990.
L’Associazione per onorare la memoria dei caduti nella lotta contro la mafia ( presieduta da Carmine Mancuso), su iniziativa del socio avv. Andrea Piazza, fratello di Emanuele, ha collocato, sotto la stele dedicata al vice questore Ninni Cassarà, una colorata grezza pietra con il nome di Emanuele Piazza e l’anno della scomparsa.
Un modo sobrio per ricordare ai contemporanei e ai posteri la figura e l’impegno di un uomo, Piazza, al servizio dello Stato repubblicano, che ha pagato con la vita la sua determinazione di affrontare a viso aperto la mafia e suoi sicari. L’Associazione, con la manifestazione di Piazza Giovanni Paolo II, si augura che tutte le vittime di mafia (nessuna esclusa !), siano adeguatamente ricordate dalle Istituzioni, a qualsiasi livello, senza postume deleterie discriminazioni e con eguale trattamento commemorativo.
Appare iniquo, se non ingiusto e offensivo, pianificare costose manifestazioni rievocative che privilegiano
alcune vittime a scapito di altre che hanno dato la vita, sicuramente in egual misura, per contrastare il fenomeno mafioso e per affermare la centralità della legalità e del diritto. Per onorare le vittime della mafia, non c’è bisogno della ribalta del Pantheon locale, peraltro, recentemente, azzardatamente, individuato, con il placet dei massimi vertici della Regione, quale sito di caduti in casuali sfortunati e gravi incidenti. E’ sufficiente l’efficace sommesso egualitario ricordo, senza orpelli o elefantiache manifestazioni a carico del pubblico erario, affinchè non si disperda la memoria del sacrificio di centinaia di vittime innocenti.
Per evitare che nell’opinione pubblica, e soprattutto fra i giovani, si formi, grazie ai comportamenti di non poche sedi istituzionali, la convinzione che di fatto esistano caduti di serie A e caduti di serie B, è arrivato il momento d’individuare rigorose metodologie rievocative rispettose, in egual misura, della memoria e del sacrificio di tutte le vittime di mafia. Anche sul fronte del “risarcimento” dovuto dallo Stato e dalle Istituzioni locali ai familiari delle vittime, non si comprende la ratio di una norma in discussione all’ARS, appoggiata vivamente dal governo Musumeci, di assumere figli di caduti in sfortunati drammatici incidenti aerei, dimenticando quasi del tutto i parenti delle vittime di mafia o del lavoro ( una vera e propria piaga sociale!), che da anni attendono attenzione e solidarietà dalla distratta politica.
Infine, in considerazione delle gravi difficoltà economiche che attanagliano la Regione Sicilia ( siamo arrivati al 16 marzo e non sono stati ancora approvati fondamentali atti finanziari come il Bilancio annuale e la legge
finanziaria !!) è auspicabile che vengano tagliate drasticamente le provvidenze finanziarie in favore di enti,
associazioni e istituzione varie per organizzare ripetitive, costose e faraoniche manifestazioni in memoria di
vittime antimafia non discriminate. Il ritorno al rigore civico e alla sobrietà oggi appare quasi un dovere.