Per tanti Pasqua e Pasquetta saranno ancora una volta giornate di solitudine, ma anche di stress, senza pranzi con amici e parenti, gite fuori porta e barbecue per gustose “arrostute”. Ma mancano tanto anche le strette di mano, gli abbracci o le carezze a chi vogliamo bene. A quanto pare tutto ciò ha ripercussioni sul benessere psichico, e provoca un malessere che gli psichiatri riconducono al fenomeno della “fame di pelle”. Infatti il distanziamento sociale raccomandato e quasi imposto in questo ultimo anno per gestire i contagi, ci “scippa” degli indispensabili scambi affettivi con amici e parenti non conviventi.
Studi scientifici americani hanno documentato che già dopo poche settimane senza stringere mani o dare abbracci, il 60% degli intervistati associa alla carenza di contatto fisico affettuoso un aumento dell’ansia, dello stress e dei disturbi del sonno e dell’umore. Per attenuare l’impatto della mancanza di abbracci gli esperti, pur ribadendo l’importanza del rispetto delle misure restrittive, consigliano di stimolare e migliorare la capacità sensoriale. Attraverso, ad esempio, toccare tessuti morbidi e confortevoli o un bagno caldo.
Massimo di Giannatonio ed Enrico Zanalda, co-presidenti della Società Italiana di Psichiatria, spiegano: «Il contatto fisico è rassicurante, perché è la modalità più arcaica per farci sentire al sicuro. Inoltre il senso di sicurezza e di appagamento che provoca, innesca modificazioni neurochimiche positive come l’aumento della produzione di ossitocina, l’ormone dell’attaccamento che ha un effetto ‘tranquillizzante’».