Anziana muore: da Palermo, parenti seguono funerale in streaming
A Parigi è stato celebrato un funerale con pochi parenti. Il resto della famiglia ha potuto dare l’ultimo saluto alla defunta attraverso un collegamento video online
Le abitudini, causa emergenza coronavirus, iniziano a cambiare, nelle vite di ognuno di noi. La notizia è di oggi, quella che riporta il caso di un funerale celebrato in diretta streaming.
IL FUNERALE ONLINE, CON LA DIRETTA GIUNTA ANCHE A PALERMO
Inusuale, ma d’attualità viste le restrizioni, il funerale celebratosi presso il cimitero Soisy sous Montmorency, un piccolo paese di Parigi. Una donna di 87 anni ha ricevuto l’ultimo saluto dai parenti attraverso un collegamento in videochiamata.
Durante la cerimonia, con la presenza del prete e di alcuni parenti della donna, una diretta streaming ha permesso anche la partecipazione degli altri familiari. All’altro capo della videochiamata, infatti, erano presenti altri componenti della famiglia della defunta, alcuni collegati anche dalla città di Palermo.
L’EMERGENZA STA MODIFICANDO LE NOSTRE ABITUDINI
“In tempi normali avrei fatto di tutto per essere lì e dare un ultimo saluto alla mia adorata zia, ma l’emergenza coronavirus sta modificando le nostre abitudini anche negli ambiti più impensabili fino a qualche tempo fa“. Queste le parole di una nipote della donna, residente a Palermo e impossibilitata a spostarsi per dare l’ultimo saluto alla zia defunta, a causa, appunto, delle restrizioni contro la diffusione del coronavirus.
APPELLO DELLA CEI, PER IL RITORNO ALLE FUNZIONI NORMALI
In merito a ciò, è di oggi un appello della Conferenza episcopale italiana che chiede il ritorno alle abitudini per le celebrazioni religiose. Il sottosegretario CEI Ivan Maffeis, infatti, ha rilasciato alcune dichiarazioni, riportate dall’edizione quotidiana de La Stampa. Queste le sue parole: “Con tutta l’attenzione richiesta dall’emergenza dobbiamo tornare ad abitare la Chiesa, il Paese ne ha un profondo bisogno, c’è una domanda enorme e rispondere significa dare un contributo alla coesione sociale“.
Ciò che la CEI chiede è un ritorno, seppur mantenendo le precauzioni adeguate, alla vita ecclesiale normale: “Sappiamo tutti che il 4 maggio l’emergenza non sarà finita ma se aspettiamo che finisca l’emergenza possiamo mettere in soffitta per sempre la vita ecclesiale. Per questo chiediamo che ci venga riconosciuta la possibilità di riprendere, certamente senza sconti, sarebbe irresponsabile. Però noi chiediamo che venga data una risposta alle attese di tanta gente“.
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