Anziani maltrattati e legati alle carrozzine, orrore in una RSA sarda
Grazie a una lunga indagine dei Carabinieri, culminata con un blitz, è finito l’incubo per i quarantotto ospiti della struttura in provincia di Sassari
Umiliati, minacciati e sottoposti a vessazioni: così, secondo la Procura di Sassari, sarebbero stati trattati gli anziani ospiti di una struttura assistenziale e sanitaria.
Le violenze sono emerse a seguito di una lunga e articolata inchiesta condotta dai Carabinieri del NAS, il Nucleo Antisofisticazioni e Sanità, del capoluogo sardo.
Operazioni culminate con un blitz dei militari lo scorso sabato 21 agosto nella casa di riposo “Noli me tollere” , questo il nome della struttura che sorge a Sorso, nella Rete Metropolitana di Sassari.
Sei persone sono finite nel registro degli indagati con l’accusa di maltrattamenti, abbandono di incapaci ed esercizio abusivo della professione.
La Procura, inoltre, ha disposto il sequestro preventivo della RSA.
MALTRATTAMENTI “CONTINUI” E “SISTEMATICI”
Minacce, ingiurie, percosse, pizzicotti, malfunzionamenti e carenze igienico – strutturali.
Ma anche costrizioni fisiche come l’immobilizzazione mediante legatura alle carrozzine e condotte omissive dei doveri di solidarietà.
È il quadro emerso grazie alle indagini, partite a seguito delle segnalazioni di altri dipendenti.
I militari hanno scoperto, anche grazie a testimonianze dirette, intercettazioni ambientali e telefoniche, video e audio, una lunga serie di vessazioni messe in atto per anni dal personale.
Un comportamento per nulla episodico, anzi: il comunicato diramato dai Carabinieri di Sassari descrive maltrattamenti “continui e sistematici” ai danni degli anziani ospitati nella struttura, quarantotto in tutto.
Nessun trasferimento è stato disposto per questi ultimi e e la gestione amministrativa della struttura è stata affittata al sindaco di Sorso Fabrizio Demelas.
GLI INDAGATI
Il giudice ha emesso un provvedimento di sospensione dell’attività professionale, pubblica e privata, per la durata di dodici mesi, nei confronti dell’amministratrice Maria Franca Lupino e di una dipendente, Emanuela Gaspa.
Accusate di maltrattamenti, entrambe le donne, rispettivamente di cinquantasette e quarantanove anni, non potranno gestire la struttura.
Né avere contatti con persone anziane o non autosufficienti.
Nello specifico l’amministratrice, originaria di Castelsardo e residente a Porto Torres, insieme a un’altra dipendente, è indagata per abbandono di incapace a seguito della morte di un’ospite con problemi di deglutizione, soffocata mentre veniva imboccata dall’assistente.
La causa del decesso è stata accertata dall’autopsia.
Un quadro agghiacciante, delineato da servizi di osservazione e controllo, degno di un film dell’orrore.