Approvato il dl rave, dalle norme sui raduni alle norme anticovid: ecco cosa prevede

La votazione è stata contrassegnata dalle proteste dell’opposizione, soprattutto nelle sue fasi finali

giorgia meloni

La Camera ha approvato definitivamente il dl rave. Con 183 voti a favore, 116 contrari e un astenuto, la votazione è stata contrassegnata dalle vibranti proteste dell’opposizione, soprattutto nelle sue fasi finali. I deputati del Pd hanno mostrato in Aula una copia della Costituzione contestando il provvedimento.  

Il dl è passato con il ricorso alla “ghigliottina”, ossia si è deciso di indire il voto definitivo “tagliando” il dibattito. Una decisione legata alle strettissime tempistiche, “constatato il numero di interventi e preso atto della impossibilità di un orario condiviso sulla conclusione dell’esame del decreto in scadenza oggi”. Così ha sottolineato il presidente della Camera Fontana. “Considerato che tutte le fasi del procedimento si sono svolte e tutti i gruppi hanno pronunciato una dichiarazione di voto mi vedo costretto nell’esercizio delle mie responsabilità a porre immediatamente in votazione il decreto legge al fine di assicurare che la conversione avvenga nei tempi costituzionali“.  

Dl rave, le norme sui raduni

Il nuovo articolo 633-bis del Codice penale introduce nell’ordinamento una fattispecie di reato che punisce, con la reclusione da tre a sei anni e con la multa da mille a 10mila euro, gli organizzatori e i promotori di episodi di “invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati”. Episodi finalizzati a “realizzare un raduno musicale o avente altro scopo di intrattenimento”.

Dal raduno deve nascere “un concreto pericolo per la salute pubblica o per l’incolumità pubblica”, motivato dall’inosservanza delle norme in materia di sostanze stupefacenti “ovvero in materia di sicurezza o di igiene degli spettacoli e delle manifestazioni pubbliche di intrattenimento, anche in ragione del numero dei partecipanti ovvero dello Stato dei luoghi”. Prevista anche la confisca “delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato” e “delle cose che ne sono il prodotto o il profitto”.

L’allentamento delle norme anticovid

Il provvedimento contiene anche una serie di norme relative alla questione Covid. Ad esempio, sposta la scadenza dell’obbligo vaccinale per gli operatori della sanità dal 31 dicembre al primo novembre. Consente dunque a coloro che si erano rifiutati di vaccinarsi di rientrare al lavoro. Inoltre, a partire dalla sua entrata in vigore e fino al 30 giugno 2023, sospende le multe da 100 euro volte a sanzionare gli ultra 50enni che non hanno rispettato l’obbligo vaccinale.

Cambiano le norme relative al Green Pass. Si annulla, ad esempio, l’obbligo di un test rapido o molecolare alla prima comparsa dei sintomi e per uscire dall’isolamento dopo aver contratto il Covid. Dopo cinque giorni sarà dunque possibile tornare alla vita normale. Ridotta anche la durata del regime di auto-sorveglianza per chi è entrato in contatto con positivi: da dieci a cinque giorni, sempre con l’obbligo di mascherina Ffp2 in caso di assembramenti. Non sarà più obbligatorio il tampone al termine del periodo di auto-sorveglianza.

Il decreto abroga anche le misure che consentivano solo ai detentori di Green Pass l’accesso alle strutture residenziali, socio-assistenziali, sociosanitarie, hospice e ai reparti di degenza ospedalieri. Abrogato anche l’obbligo del certificato verde per gli accompagnatori in sala di attesa. Stop infine all’obbligo del test antigenico rapido o molecolare per accedere alle prestazioni di Pronto soccorso.

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