Arrestati in Congo gli assassini dell’ambasciatore italiano Luca Attanasio

Svolta nelle indagini per la morte di Luca Attanasio in Congo. Arrestate alcune persone ritenute responsabili della morte del diplomatico, del carabiniere e dell’autista

La polizia del Nord Kivu, in Congo, ha annunciato che sono stati arrestati i presunti assassini del diplomatico Luca Attanasio, del carabiniere Vittorio Iacovacci e dell’autista del Pam Mustafa Milambo, assassinati lo scorso 22 febbraio. Sul web circolano alcuni video che li mostrano negli istanti subito successivi all’arresto, con le manette ai polsi e seduti per terra, circondati dagli agenti armati. Sono in 6 e sono stati indicati dal comandante della polizia della provincia orientale del Paese, Aba Van Ang, come membri di “tre gruppi di criminali che hanno insanguinato Goma”. Il comandante aggiunge anche: “Tra loro, il gruppo che ha attaccato il convoglio dell’ambasciatore”. Tuttavia, nel gruppo non ci sarebbe l’uomo che ha materialmente premuto il grilletto per uccidere Luca Attanasio, il carabiniere di scorta e il suo autista. Lui risponderebbe al nome di Aspirant ma “è ancora in fuga”, ha aggiunto Aba Van Ang.

C’È ANCORA UN RICERCATO

Le operazioni non si concludono qui, ma proseguiranno nei prossimi giorni, anche con l’obiettivo di catturare l’uomo ricercato. Il comandante assicura: “Sappiamo dove si trova e speriamo di trovarlo”. Ovviamente, per non tradire il vantaggio acquisito, non ha rivelato i dettagli dell’operazione. Tuttavia è stato riferito che il gruppo avrebbe inizialmente voluto solo rapire l’ambasciatore per poi chiedere un riscatto da un milione di dollari. Ma quando ‘Aspirant‘ ha sparato all’ambasciatore in fuga, uccidendolo, hanno necessariamente dovuto cambiare i loro piani.

Al momento dell’agguato, Luca Attanasio era in missione fuori da Goma con il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite, che avrebbe dovuto garantirne la sicurezza. Invece non ha avuto la scorta necessaria per questo tipo di spostamenti. Per questo i pubblici ministeri italiani hanno contestato i reati di omesse cautele in relazione al delitto. E in base agli articoli 40 e 589 del codice penale, hanno indagato Mansour Rwagaza, un funzionario congolese del Wfp responsabile della sicurezza del convoglio con cui viaggiavano Attanasio e Iacovacci.