Arrestato il pusher che ha venduto la droga a De Rienzo: un gambiano espulso due volte

Il pusher è stato inchiodato dai tabulati telefonici: l’uomo aveva consegnato a domicilio la polvere all’attore trovato morto nella sua abitazione il 15 luglio. Il clandestino è un habitué dello spaccio

De Rienzo

I carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma San Pietro hanno ammanettato fra i casermoni popolari di Torre Angela, periferia sud-ovest di Roma Mustafa Minte Lamin. È il pusher che avrebbe rifornito la droga a Libero De Rienzo, l’attore napoletano trovato da un amico morto in casa lo scorso 15 luglio. Alì, questo il nome in codice del pusher, è un gambiano di 33 anni, con due due espulsioni a carico, di mestiere spacciatore. Nell’abitazione che condivideva con un connazionale, anche lui arrestato per detenzione a fini di spaccio, sono spuntati7,7 grammi di eroina.

LA INDAGINI DEI CARABINIERI

Le indagini dell’Arma sono scattano immediate, quando nell’appartamento di De Rienzo sono state trovate tracce di polvere bianca. Gli investigatori hanno raccolto testimonianze e analizzano i tabulati telefonici. Il gambiano sospettato, il giorno prima del ritrovamento del cadavere è stato localizzato nei pressi dell’abitazione dell’artista. Inoltre le analisi sul computer e il cellulare della vittima hanno permesso di mettere a fuoco le 48 ore prima della sua morte, ricostruendo contatti e relazioni.

IL PUSHER RESTA IN CARCERE: PERICOLO DI FUGA

La Procura di Roma ha emesso un decreto di fermo che ha permesso di trattenere il gambiano nel carcere di Regina Coeli. Decreto che ieri il gip lo ha convalidato, applicando la custodia cautelare in carcere. Perché per i magistrati «sussiste il pericolo di fuga». Scrive il pm Minisci: «Sulla base di elementi e di fatti obiettivi, è ragionevole ritenere che l’indagato, ove non si intervenga con urgenza, si sottrarrà a una successiva misura cautelare tesa ad impedire la reiterazione dei gravi, sistematici, reiterati e abituali reati per i quali si indaga». Si tratta di un volto noto nel mondo della criminalità di periferia, un habitué dello spaccio a domicilio. Il gambiano non doveva essere in Italia, ma per due volte è riuscito a sottrarsi all’espulsione.