Un paio di giorni fa i carabinieri hanno arrestato un uomo, Giuseppe Marsalone, 50 anni, che per la sua assicurazione era ufficialmente morto . L’uomo, presentando i certificati rilasciati dal medico curante, dagli operatori del 118 che erano intervenuti con l’ambulanza e dall’ufficio di stato civile del Comune aveva fatto credere alla Genertellife di essere deceduto nel 2019. Ma invece era vivo e vegeto. Come scrive il Giornale di Sicilia, un gruppetto di persone hanno truffato compagnie di assicurazioni. Gente abile nel falsificare i documenti con Photoshop, ma che, inoltre, potevano contare anche sull’appoggio di funzionari e sanitari compiacenti.
Il gruppo trafficava in droga, e aveva bisogno di denaro contante, meglio se pulito. Per questo hanno pensato di “fare morire” per finta uno di loro, per fare riscuotere ai parenti il premio di 200 mila euro. Questo capitale doveva essere poi reinvestito in hashish e cocaina. Il “morto” arrestato era una delle menti dell’organizzazione. Il beneficiario della polizza stipulata con l’assicurazione era il fratello Alessandro, 43 anni, e la compagnia assicurativa aveva già emesso in suo favore due assegni circolari per il totale del premio, 200mila euro. La metà dei soldi incassati sarebbe servita per saldare alcuni debiti e per acquistare due auto, una Panda e una Bmw. Il resto reinvestito nel traffico degli stupefacenti.
La buccia di banana è stata una foto apposta su una carta d’identità, che aveva insospettito una direttrice di un ufficio postale. Sono scattate le indagini, che hanno consentito l’arresto di Giuseppe Marsalone e del fratello Alessandro. Inoltre è venuta fuori un’altra polizza sulla vita, anche questa di 200 mila euro, questa volta stipulata con Poste. In questo caso doveva “morire” Grazie Pace, 36 anni, che secondo gli inquirenti avrebbe avuto una relazione con Giuseppe Marsalone. La beneficiaria in questo caso sarebbe stata la madre. Anche la donna è finita in manette.