Arresti a Brancaccio, il pizzo anche in “natura” con le cassate regalate al boss
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Le pasticcerie che pagavano il pizzo anche “in natura”, regalando cassate agli uomini di Giuseppe Arduino, esponente di spicco della mafia di Brancaccio.
È quanto emerge dalle ultime indagini che hanno portato questa mattina all’arresto di 8 persone appartenenti ai clan di Brancaccio, Sperone, Roccella e Corso dei Mille, in seguito all’omicidio di Giancarlo Romano lunedì scorso.
Il pizzo per controllare il territorio
Arduino, uscito da carcere, imponeva il “pizzo” a tutti: commercianti, venditori ambulanti, imprenditori. Il tutto per esercitare un controllo costante sul territorio. I clan controllavano anche il giro d’affari delle scommesse clandestine online, contesto in cui è maturato l’omicidio del boss emergente di Cosa Nostra Giancarlo Romano.
Gli arrestati
Gli arrestati sono: Alessio Salvo Caruso, 28 anni, tutt’ora ricoverato in ospedale e gravemente ferito durante l’agguato di lunedì scorso costato la vita a Giancarlo Romano; Giuseppe Arduino, 54 anni; Giuseppe Chiarello, 48 anni; Damiano Corrao, alias “kiss kiss”, 62 anni; Francesco Farina, 70 anni; Sebastiano Giordano, 63 anni; Antonio Mazzè, 57 anni; Settimo Turturella, 53 anni; Vincenzo Vella, 58 anni.
“Preghiamo il Signore che certe cose non finiscano mai”, le parole inquietanti di Giancarlo Romano