Dopo trent’anni di latitanza i carabinieri del Ros stamani a Palermo hanno catturato il boss Matteo Messina Denaro. L’arresto è avvenuto nei pressi della clinica La Maddalena, dove a quanto pare il capomafia era in cura per via di un tumore al colon.
A svelare alcuni dettagli è Stefania Filosto, la proprietaria-direttrice della clinica, intervistata dal Corriere della Sera. Matteo Messina Denaro era in coda per un tampone, confuso dunque tra i tanti pazienti della clinica e sotto la copertura di un falso nome, Andrea Bonafede. Il boss, ormai vecchio e malato, “ha tentato di fuggire superando i cancelli fino a via San Lorenzo dove i carabinieri del Ros lo hanno acciuffato”. A quanto pare, alla clinica Messina Denaro avrebbe doluto sottoporsi a un ciclo di chemioterapia dopo un’operazione subita un anno e mezzo fa, non si sa ancora dove.
“I carabinieri sono stati bravissimi — ha raccontato la direttrice Stefania Filosto — senza creare alcun panico fra i pazienti e i famigliari che attendevano all’interno e all’esterno della struttura”.
“Tutto si è svolto in pochi minuti fino a quando quegli uomini armati sono riusciti a infilare il boss dentro un furgone alzando le dita in segno di vittoria come si sono messi a fare tanti pazienti e a fare tanti nella clinica e io stessa che sono felice per questo arresto”.
“Fuggiva a piedi vecchio e malandato — aggiunge —. Cercavo di calmare i pazienti alla vista degli uomini che lo inseguivano armati, tutti preoccupati sotto la pioggia, non sapevamo chi fosse ma quando lo hanno preso io ho pianto per la felicità“. “Non avremmo mai immaginato – conclude – che un signore malandato e acciaccato in attesa di essere ammesso alla clinica potesse essere addirittura il boss cercato da trent’anni”.
A margine alla cattura del boss, latitante dal 1993, la clinica La Maddalena ha diramato una nota ufficiale. “In ordine all’arresto di Matteo Messina Denaro, eseguito oggi in area limitrofa all’Ospedale La Maddalena, si precisa che lo stesso era in terapia oncologica sotto falso nome presso la Casa di Cura – si legge -. Sono state date immediate disposizioni alla Amministrazione, alla Direzione Sanitaria, ai Medici del reparto e al personale parasanitario di fornire alle Forze dell’Ordine, che si ringraziano, tutta la documentazione clinica del paziente e puntuali risposte alle informazioni richieste”.
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