In diretta dal Comando Legione Carabinieri Sicilia, via Vittorio Emanuele n.475, la conferenza stampa sull’operazione dei ROS che ha portato all’arresto del super latitante di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro.
Dr. De Lucia, Procuratore della Repubblica di Palermo. “Siamo orgogliosi del lavoro fatto stamattina, lavoro che ha coinvolto tutte le forze di polizia dello Stato. Abbiamo arrestato l’ultimo stragista. Un debito che la Repubblica aveva con le vittime delle stragi di quegli anni. L’arresto è avvenuto in totale sicurezza, senza violenza. Come avete visto nelle prime immagini diffuse, non sono neanche state poste le manette, come un Paese democratico come il nostro pretende e giustamente ottiene”.
Il comandante dei Ross, Pasquale Angelo Santo: “Abbiamo acquisito nel tempo elementi di indagini su questo aspetto che riguardava il latitante, ovvero il fatto che stesse frequentando una struttura sanitaria per poter curare la sua malattia. Un lavoro caratterizzato essenzialmente da rapidità, riservatezza. La Procura di Palermo ha seguito passo passo tutti gli sviluppi. Ha autorizzato le varie attività tecniche fino all’autorizzazione dell’intervento. Questo risultato è quello del sacrificio di tanti. L’ultimo periodo, quello delle festività, i nostri li hanno trascorsi a lavorare e mettere insieme i vari elementi che venivano man mano comunicati alla Procura. Si è trattato di uno sforzo corale, di tutti”
Continua: “Da elementi acquisiti, avevamo indicazione che una persona, con le generalità che il latitante utilizzava, doveva sottoporsi a degli accertamenti. Erano soltanto delle ipotesi. Soltanto oggi abbiamo avuto l’effettivo riscontro. Ipotesi che si è rivelata fondata”.
Colonnello Arcidiacono: “L’attività è stata molto complessa che si è basata sulle indagini. L’intervento che abbiamo fatto oggi si è sviluppato su più fasi. Non appena abbiamo avuto contezza che l’uomo fosse arrivato nella struttura, è partita l’operazione da un’area d’accesso laterale. Proprio lì è stato individuato e bloccato, insieme al suo autista. Il latitante non ha opposto resistenza, si è subito dichiarato. Non ha finto di essere l’altro soggetto che interpretava da tanto tempo. Il volto era quello che ci aspettavamo di trovare. Non abbiamo visto un atteggiamento di fuga, sicuramente avrà cercato di adottare delle cautele dopo aver visto il grosso dispositivo che stava per accedere”.
Paolo Guido, Pool Palermo: “Non abbiamo trovato un uomo distrutto e in bassa fortuna. Abbiamo trovato un uomo in apparente buona salute, ben curato, in linea con quello che è un uomo di 60 anni di buone condizioni economiche. Evidentemente perché protetto da una rete di persone che fino ad oggi hanno curato la sua latitanza.” Al momento dell’arresto, Matteo Messina Denaro indossava al polso un costoso orologio dal valore di circa 35mila euro.
Video di Marcella Chirchio
Maurizio De Lucia fornisce poi chiarimento su un eventuale complicità della clinica dove il latitante è stato arrestato: “Allo stato attuale non abbiamo elementi che ci facciano pensare ad una complicità di qualcuno della clinica. Non abbiamo ragione di ritenere che godesse di complicità all’interno. Gli accertamenti ovviamente sono partiti da qualche ora e sono in via di sviluppo. Non abbiamo avuto contatti preliminari con la clinica”.
Sull’uomo invece arrestato insieme a Matteo Messina Denaro dichiara: “E’ stato arrestato per aver agevolato la latitanza del boss. Risulta essere incensurato.
Comandante Ross: “Siamo davanti ad un obiettivo primario nella lotta a Cosa Nostra. Andremo avanti con le nostre investigazioni. Ricordiamo che fino a questa mattina non sapevamo neanche che faccia avesse Matteo Messina Denaro”. “L’indagine si basa due pilastri principali: le attività di intercettazioni e lo sviluppo investigativo che i carabinieri dei ROS hanno sviluppato su più livelli”
Le attività investigative hanno portato sia all’individuazione della rete di favoreggiamento, alle persone che lo sostenevano durante la sua latitanza e all’impoverimento strutturale dell’organizzazione mafiosa. Colpirlo nel patrimonio gli hanno reso sicuramente difficile portare avanti la sua latitanza. Negli ultimi 10 anni sono stati eseguiti oltre 100 provvedimenti cautelari, ai quali si aggiungono provvedimenti di sequestro e confisca importanti per il valore di circa 150 milioni di euro. Questa azione ha inevitabilmente indebolito la struttura ma di certo non la sua funzionalità”.
Procuratore: “C’è stata una forte accelerazione negli ultimi giorni, le ultime informazioni ci portavano a selezionare soggetti malati con le caratteristiche dell’uomo. Ovviamente la mafia non è sconfitta. La partita non è finita, questo però è un passaggio importante. Anche il fatto stesso che la gente abbia gioito, è un segnale importante in una città come questa”. “La nostra indagine adesso si concentrerà sulla rete delle protezioni che ha avuto finora. Faremo di tutto per arrivare alla verità. Abbiamo un debito nei confronti delle vittime di mafia”.
“Le indagini si sono concentrate su quest’aspetto della salute, le indagini del passato ci avevano dato delle indicazioni che il latitante avesse problemi di salute. Da queste abbiamo lavorato per individuare, attraverso il tipo di patologie, le persone che avevano accesso alla struttura per curarlo”.
Il super latitante di Cosa Nostra non è stato ancora interrogato. La sua latitanza si è svolta in diverse parti del territorio nazionale, negli ultimi tempi a Trapani e Palermo.
Video di Marcella Chirchio