Il presidente Mattarella, dopo aver preso atto che era impossibile riattaccare i cocci dell’improbabile “Conte-bis”, considerato che nel momento attuale sarebbe stato rischioso indire elezioni, ha convocato al Quirinale per oggi Mario Draghi. Il nome di Draghi ha attraversato fin dall’inizio il confronto e il dibattito che si è aperto con le dimissioni del premier Conte. Tanto da essere considerato da molti come l’unico in grado di sciogliere la matassa del confronto che sembra aver imbrigliato la politica. E in grado di affrontare le difficoltà sanitarie, sociali, economiche provocate dal Covid. E vincere anche la sfida che il Paese deve gestire con i fondi europei.
Mario Draghi ha dimostrato le sue qualità, alla guida della Bce. Salvaguardando con rigore i princìpi dell’Europa ma nel contempo riuscendo a fare da scudo alle difficoltà e contraddizioni dell’Unione anche nei confronti dei mercati. Laurea alla Sapienza e master al Mit di Boston, Draghi è stato direttore generale del Tesoro gestendo la stagione delle privatizzazioni. Una breve parentesi a Goldman Sachs, e poi ha ricoperto il ruolo di governatore della Banca d’Italia. Una carica che l’ha catapultato negli snodi internazionali del Financial Stability Board e nella Bce come membro del consiglio.
Ma per tutti Mario Draghi è l’uomo che ha salvato l’Europa, quando nel 2011 ha visto coagularsi sulla sua candidatura anche il consenso dei Paesi più attenti ai conti pubblici, Germania compresa. Con una accorta gestione di parole e decisioni, culminate nel “quantitative easing”, cioè l’impegno della Bce e delle banche centrali dei diversi Paesi europei a sostenere i loro titoli sul mercato. Di fatto ha cambiato gli strumenti a disposizione della Bce senza snaturarne il ruolo.
Anche prima dell’attuale crisi politica, in molti già pensavano a lui come il possibile successore di Mattarella alla Presidenza della Repubblica, visto che l’attuale inquilino del Colle ha fatto sapere di non pensare ad un nuovo settennato. Mario Draghi è molto defilato rispetto alla politica, ed ha la capacità di mantenere grande equilibrio, pur senza nascondere la sua opinione. In un intervento pubblicato dal Financial Times, sul momento attuale ha detto: «Ci troviamo di fronte a una guerra contro il coronavirus e dobbiamo muoverci di conseguenza. Il costo dell’esitazione potrebbe essere irreversibile». Un monito, che appare in piena sintonia con l’urgenza e i timori espressi da Mattarella.