Silvana Saguto, il magistrato radiato dall’ordinamento giudiziario per il cosiddetto “sistema Saguto”, ha incassato una assoluzione in un processo stralciato dal filone principale. La Corte d’Appello di Caltanissetta ha confermato l’assoluzione per l’ex giudice dall’accusa di abuso d’ufficio nella gestione di un bene sequestrato. Già in primo grado era stata assolta dalla stessa accusa.
La Saguto era accusata di avere nominato come coadiutore per la gestione dell’hotel Torre Artale di Trabia, Mario Caniglia, «senza alcuna esperienza in materia economico aziendale» come recitava il capo d’imputazione. Il Caniglia invece, secondo il difensore dell’ex giudice, l’avvocato Ninni Reina, vantava 35 anni di esperienza nella gestione di un’altra importante struttura alberghiera. Fra l’altro la nomina sarebbe avvenuta contro il parere dell’amministratore del bene Salvatore Benanti, che l’ha considerata quindi una imposizione. I fatti, avvenuti nel 2012 erano andati in prescrizione nel settembre 2019, così come aveva tenuto conto la sentenza di primo grado. Il sostituto procuratore era ricorso in appello chiedendone la riforma che non tenesse conto della prescrizione. Ma il collegio ha rigettato la richiesta.
Per Silvana Saguto ci sono comunque ancora in corso due processi. Il primo, il principale, riguarda la gestione dei beni confiscati, che è alle battute finali. L’altro, minore, riguarda invece un risarcimento incassato da una compagnia di assicurazione per un incidente del figlio Emanuele, per il quale avrebbe fatto carte false per ottenerlo.