AstraZeneca, per l’Europa dosi ridotte del 60%: priorità agli inglesi

Bruxelles chiede il rispetto sulla consegna del numero di vaccini: pronti a rendere pubblico il contratto. AstraZeneca: priorità alle richieste di Londra

Domani è previsto il via libera dell’Agenzia europea del farmaco ad AstraZeneca, per il vaccino prodotto in collaborazione con l’università di Oxford. L’Europa ne ha acquistato 300 milioni di dosi, con l’opinione di altri 100 milioni. L’Italia ha una prelazione su 40 milioni di dosi, ed a febbraio dovrebbero già arrivarne 2,5 milioni. Ma probabilmente non sarà così. AstraZeneca ha annunciato un taglio delle consegne del 60 per cento nel primo trimestre dell’anno, a causa di problemi di produzione nello stabilimento in Belgio gestito dal suo partner Novasep. Non solo. L’azienda inglese ha detto di non essere neppure in grado di indicare gli obiettivi di consegna per il secondo trimestre, nel il periodo aprile-giugno. Una vera doccia fredda per l’Ue. La notizia è arrivata durante un incontro avvenuto ieri pomeriggio, nel corso di una riunione con la responsabile Europa dell’azienda, Iskra Reic.

IL CEO ASTRAZENECA: «PRIORITÀ AL PROPRIO PAESE»

Bruxelles ha battuto i pugni, ed ha chiesto rispetto degli accordi presi tra la Commissione Eu e la la AstraZeneca. Ed ha chiesto che il contratto sia reso pubblico. contestando il motivo dei ritardi. Il clima si è arroventato dopo le dichiarazioni del Ceo, Pascal Soriot: «Non c’è alcun obbligo sul numero di dosi da fornire all’Ue, visto che nel contratto con gli europei c’è scritto chiaramente: «Best effort». Che tradotto significa un generico : «Faremo del nostro meglio». Il chairman della Big pharma, ha aggiunto che l’esecutivo britannico ha «la priorità sulle dosi prodotte nel proprio Paese» e che sarà necessario attendere un numero di vaccinazioni sufficiente in Gran Bretagna prima di poter «usare gli stabilimenti britannici anche per la fornitura in Ue».

LE CONTESTAZIONI DELL’UNIONE EUROPEA

Non è di questo avviso la responsabile europea alla Salute, Stella Kyriakides, affermando che il “faremo del nostro meglio” a cui ha fatto appello Soriot «non è né accettabile né corretto». Ha ricordato che prima dell’autorizzazione dell’Ema, l’Ue ha firmato un contratto di pre-acquisto per fare in modo che producessero determinati volumi di vaccini. Inoltre la Kyriakides ha insistito che non c’è una gerarchia tra i quattro impianti di produzione elencati nell’intesa siglata, riferendosi ai due del Regno Unito, quello in Belgio, e l’altro in Germania- Quindi anche quelli britannici rientrano «nell’accordo di pre-acquisto», in base al quale l’Ue ha assunto il rischio d’impresa, finanziando con 336 milioni di euro di soldi pubblici gli stock prodotti, prima del via libero al vaccino. Inoltre, visto che il contratto lo prevede, c’è l’intenzione di fare ispezioni ai siti produttivi. Quella in Belgio, che AstraZeneca ha indicato come la fabbrica responsabile dei ritardi, con un taglio delle consegne tra il 50% ed il 60%, è già stata fatta. I risultati del sopralluogo saranno resi noti nei prossimi giorni.