L’Italia raccomanda l’uso di AstraZeneca solo per chi ha più di 60 anni, sebbene non ci siano elementi per scoraggiare la somministrazione della seconda dose per quanti avessero già avuto la prima. È stato Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità a chiarire la posizione italiana, durante la conferenza stampa al termine del vertice in serata tra governo e Regioni. Nel primo pomeriggio c’era stato il responso dell’Ema, che aveva parlato di un “possibile nesso tra questo vaccino e rare forme di trombosi”. In sintesi, quindi l’uso del vaccino AstraZeneca è raccomandato sopra i 60 anni, ma non vietato negli under 60.
D’altro canto la direttrice dell’Ema, Emer Cooke, riferendosi agli eventi trombotici davvero straordinari, nella sua conferenza stampa aveva più volte ribadito che con l’uso di AstraZeneca «i benefici superano di gran lunga gli eventuali rischi». Alla luce di tutto ciò l’Italia ha ritenuto di aggiungersi alla schiera di quanti avevano già raccomandato delle restrizioni, come Germania, Spagna e Belgio, destinando l’uso agli over sessantenni. In Francia, invece, è stato deciso l’uso anche per gli over 55. Mentre in Inghilterra, addirittura, hanno raccomandato di offrire un vaccino diverso alle persone con meno di 30 anni. In America invece non prevedono di usare il vaccino inglese. «Non è un giudizio negativo ─ ha specificato Anthony Fauci ─, ma abbiamo tre buoni vaccini che ci forniscono dosi sufficienti».
«Prendere un aereo ha un rischio maggiore rispetto a fare il vaccino AstraZeneca». Lo sostiene Andrea Crisanti, professore ordinario di microbiologia all’Università di Padova. Che spiega: «Ci preoccupiamo di un caso ogni 2 milioni e mezzo per eventi trombotici, ma prima di questa pandemia in italia c’erano 200 milioni di persone che prendevano l’aereo, con una probabilità di 100 su un milione di sviluppare complucazioni trombotiche. E non mi pare che siamo mai strappato le vesti». Ed ha inoltre Crisanti aggiunge: «C’è una isteria totale. Siamo riusciti a eliminare il vaiolo con un vaccino che era pericolosissimo e ci ha lasciato una o due cicatrici sul braccio. Inoltre causava una cheratite virale devastante ogni 10mila casi e una encefalite mortale in un caso su 100mila. L’anti polio provocava la vera poliomielite in uno malato su 500mila. Sono andato a rivedere gli articoli dell’epoca: l’adesione al vaccino era un plebiscito. Ora abbiamo 40 casi di trombosi, con 15 persone morte su 30-40 milioni di dosi iniettate: questa è una situazione estremamente accettabile».