Lievi aumenti Irpef per i cittadini palermitani, dallo 0,8 allo 0,95%. Questa è la delibera presentata dal vice sindaco Carolina Varchi in Consiglio Comunale. Nessuna esenzione per le famiglie con reddito inferiore a 10 mila euro. Incrementi che riguarderanno un arco temporale che va dal 2023 al 2031. Si comincia con una prima trance nel triennio 23-25, poi un picco di aumento a partire dal 2026.
“Assistiamo – ha dichiarato Mariangela Di Gangi di Progetto Palermo – a una sorta di gioco delle tre carte. Mentre le carte vere, quelle che arrivano in Aula, dicono altro. Dov’è l’esenzione per i contribuenti con reddito inferiore a 10 mila euro che proponeva la scorsa amministrazione? Anche stavolta non si ha cura di proteggere le persone con fasce di reddito più basso. Respingiamo al mittente l’invito della Vicesindaco Varchi affinché sulla vicenda dell’addizionale IRPEF ci sia meno demagogia e maggior rispetto della verità, perché è proprio questa che noi vorremmo ristabilire.
Questa amministrazione ha sbandierato la propria vicinanza al Governo nazionale, che avrebbe dovuto portare ad una revisione radicale dell’accordo fra lo Stato e il Comune. Così non è stato e non ci sarebbe niente di male ad ammetterlo: hanno ottenuto meno di quanto avevano sperato e quanto avevano inopportunamente preannunciato. Lo dicono i numeri, non noi.
“Su una cosa però vi è totale sintonia col Governo nazionale – continua la Di Gangi – l’aggressione ai ceti più deboli, come dimostrato dal fatto che questa Amministrazione sta provando ad abolire l’esenzione per i contribuenti con reddito inferiore ai 10.000 euro che era stata introdotta nella precedente consiliatura. Quindi sicuramente le mani nelle tasche dei palermitani si mettono, soprattutto di quelli più fragili. Non ci sorprende quindi che non si pensi ad alcun criterio di progressività dell’addizionale IRPEF, almeno per il 2023, che realizzerebbe il sacrosanto principio che a contribuire di più siano coloro che hanno di più.
Noi faremo la nostra battaglia in Aula, proponendo emendamenti su tutti questi temi e sfidando ogni singolo consigliere di maggioranza a dimostrare la coerenza fra parole e voto in Consiglio comunale”.
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“Ci auguriamo che il consiglio comunale, che si troverà a discutere sulla delibera sull’addizionale Irpef, sia nella condizione di poter incidere in qualche modo per evitare almeno di non caricare ulteriormente le fasce di reddito più povere. Forse sarebbe il caso di valutare l’inserimento di elementi correttivi come la progressività e quindi l’adozione degli scaglioni di reddito e l’esenzione di alcune fasce di reddito basse, per non gravare troppo su chi proprio non ce la fa più”. Ad affermarlo è il segretario generale Cisl Palermo Trapani Leonardo La Piana nel momento in cui la delibera sull’addizionale Irpef arriva in aula al consiglio comunale.
“Bisogna essere chiari, a Palermo continuano ad aumentare le tasse mentre invece la qualità della vita e tutto il resto non decolla. Il Comune di Palermo, nonostante abbia sperato fino all’ultimo in un intervento decisivo del governo nazionale, dovrà mettere mani nelle tasche delle cittadine e dei cittadini . Un aumento dell’addizionale IRPEF di poco meno del 20% è quello che la giunta propone alla discussione del consiglio comunale, quindi bisogna dire le cose come stanno, la pressione fiscale si farà sentire sui palermitani”.
Nella proposta della giunta, infatti, l’addizionale comunale Irpef passerebbe dallo 0,8% allo 0,95% nel 2023 per tutti i contribuenti in modo indistinto (si parla di un incremento del 20 per cento circa per intenderci), con aumenti progressivi fino a un massimo di una aliquota di 1,4% (circa 1,8 volte quella attuale) nel 2026 per poi avere una piccola riduzione fino al 2031. “Il Patto con lo Stato prevede tanti sacrifici per i cittadini e in queste aree del Paese dove la povertà morde e il potere di acquisto delle famiglie ma anche di tante pensionate e pensionati si assottiglia, la situazione rischia di diventare insostenibile”.
La Piana aggiunge “alcune amministrazioni comunali, hanno adottato la progressività sulla base del reddito e la esenzione dal pagamento dell’addizionale per chi ha un reddito basso. Chiediamo al consiglio comunale di valutare se ci sono azioni correttive da poter mettere in campo”.
“Sul tema della prevista riduzione della Tari, che il Sindaco Lagalla ieri ha considerato come una sorta di contropartita rispetto all’incremento dell’addizionale IRPEF, crediamo che possa essere sicuramente un segnale positivo, anche se la carenza di organico e strumenti sono sempre stati segnalati alla Rap e quindi al Comune e incidono pesantemente sui livelli di servizio e spesso di qualità dello stesso specie in alcune aree della nostra città. E’ chiaro che un incremento della Tari avrebbe comportato non solo una tassazione maggiore ma anche la necessità di accantonare una cifra maggiore in un bilancio che soffre di sovra accantonamento e blocca per molti versi l’utilizzo delle risorse”.
La Piana conclude ‘In altri termini fermo restando la politica comunicativa basata sui numeri noi crediamo che si debbano rispettare alcune priorità : la prima è quella di tenere conto delle condizioni economiche e sociali di chi sta peggio, la seconda di assicurare un servizio di raccolta rifiuti e di differenziata degno di una città europea e terzo di assicurare una lotta alla evasione vera , seria e misurabile altrimenti cìè il rischio che qualunque patto rischia di essere disatteso. Non si può continuare ad attingere risorse da chi con tanto sacrificio paga sempre e da sempre, ma bisogna piuttosto colpire quelle sacche di evasione che non sono mai state individuate e sulle quali oggi più che mai serve concentrare l’attenzione” .
Nota stampa del consigliere Leonardo Canto ( Azione Con Calenda) sulla delibera relativa all’ aumento dell’ addizionale Irpef discussa oggi in consiglio comunale.
“Durante la campagna elettorale e nel Settembre 2022 il Sindaco Lagalla aveva dichiarato alla stampa che i trasferimenti di 180 milioni, previsti dallo stato in seno al piano di riequilibrio, non fossero sufficienti per evitare l’aumento dell’ Irpef e che le interlocuzioni con il governo nazionale avrebbero certamente portato ad aumentare la somma oggetto di questo trasferimento. Nel Gennaio 2023 abbiamo letto invece le dichiarazioni dei capigruppo della maggioranza che “esprimevano soddisfazione nei confronti dell’amministrazione attiva per l’importante lavoro di raccordo con il governo nazionale e quindi per il risultato dei 180 milioni di euro”.
E’ chiaro come il sostegno che questa amministrazione auspicava arrivasse dal governo nazionale non è arrivato e che pertanto si è reso necessario mettere le mani nelle tasche dei cittadini aumentando l’Irpef nonostante il sindaco avesse auspicato il contrario. Ciò che più preoccupa ancora di più sono inoltre le mancate risposte alle nostre domande poste oggi in aula in relazione ai dati della riscossione delle imposte comunali nel primo trimestre.
Come è noto la percentuale di aumento dell’ Irpef è collegata alla previsione di un costante ed incessante aumento della riscossione dei tributi da parte della amministrazione ma ad oggi il comune non è stato in grado di certificare, aldilà degli auspici, se si sia verificato o meno questo previsto aumento della riscossione dei tributi locali.
Il vice sindaco di Palermo Carolina Varchi non si è fatta attendere e ha risposto agli attacchi dell’opposizione. Queste le sue parole: “Trovo molto curioso che dai banchi dell’opposizione oggi si gridi allo scandalo per l’aumento dell’Irpef di 9 milioni e che si faccia appello all’amministrazione Lagalla affinché blocchi questi aumenti. Lo trovo curioso perché, se i palermitani non avessero avuto la possibilità di votare e liberare la città dalla precedente amministrazione, l’aumento sarebbe stato di oltre 52 milioni.
Tale era, infatti, la previsione di aumento Irpef per il 2023 che ho ereditato. Non comprendo quale sia la contestazione: aver neutralizzato l’aumento per il 2022 e aver ridotto nel 2023 da 52 milioni a 9 l’aumento che era stato previsto dalla vecchia maggioranza, oggi in opposizione? Beh, se questa è l’accusa che ci viene mossa, siamo ben contenti di aver evitato una tale stangata ai palermitani, riuscendo in pochi mesi a contenere il danno.
E, considerando che quest’anno la TARI costerà 10 milioni in meno, possiamo dire che nel complesso la pressione fiscale sui palermitani sarà ridotta di un milione di euro nel 2023. In soli 9 mesi abbiamo fatto tutto ciò che altri non sono stati capaci di fare nell’ultimo quinquennio. Meno demagogia e più verità quando ci si rivolge ai cittadini: senza le nostre manovre – rese possibili dal sostegno del Governo nazionale – oggi l’aumento sarebbe molto più gravoso, abbiamo evitato il peggio e continueremo a mitigare la pressione fiscale anche nei prossimi anni”.