Avviso 22, tirocinanti ancora in attesa dei pagamenti: “Istituzioni regionali assenti”

La nota del portavoce Oreste Lauria

avviso 22

Continua la trafila dei tirocinanti di Avviso 22, il progetto finanziato quasi tre anni fa dalla Regione Siciliana. Lo stage prevedeva un periodo di lavoro dai 6 ai 12 mesi, con pagamenti bimestrali di 1000 euro. La maggior parte dei tirocinanti tuttavia ha terminato il periodo di lavoro senza ricevere gli emolumenti, ancora oggi non da tutti percepiti.

“Dei 1741 tirocini attivati ne rimangono 400 in attesa di essere ancora liquidati dalla Regione Siciliana. Parte di questi risultano già pagati come acconti bimestrali, a differenza delle circa 200 pratiche di rimborso di quei tirocinanti che hanno iniziato il tirocinio formativo tra il settembre 2019 e il 2020 rimasti invischiati nei tortuosi meandri burocratici ed amministrativi dell’assessorato al Lavoro e che non hanno ancora ricevuto nessun pagamento“. Così dichiara Oreste Lauria, portavoce dei tirocinanti di Avviso 22.

Avviso 22, la delusione dei tirocinanti

“Non ci sarebbe attualmente una soluzione concreta per questa situazione paradossale, iniziata ormai da così tanto tempo da non poter addurre nessuna giustificazione plausibile”, prosegue Lauria. “Pratiche rimaste bloccate dopo che i tirocinanti avevano già concluso il tirocinio formativo e nessuno dei nostri amministratori regionali sa come porre fine a questo stillicidio dei pagamenti”.

Lauria addita la politica regionale. “Più volte come portavoce dei tirocinanti dell’Avviso 22 porto avanti questa battaglia di giustizia, ma ad oggi nessuna istituzione ha preso a cuore la situazione, anzi addirittura l’ultima audizione urgente richiesta nel mese di gennaio non si è svolta sempre per mancanza di interesse da parte degli organi competenti e dei vertici dell’assessorato regionale al Lavoro e della stessa Regione Siciliana”.

A ciò si aggiungono le passate audizioni in commissione Lavoro, Formazione e Cultura, che di fatto non hanno risolto alcunché. “Oltre alle audizioni, sono state avanzate delle richieste di interrogazioni parlamentari, che però non sono mai fatte entrare in aula all’Ars – prosegue Lauria -. Senza peraltro dare nessuna spiegazione per questo comportamento inqualificabile”.

“Tutto questo ci convince sempre più dell’assenza colpevole delle istituzioni della politica regionale siciliana e proprio questo modo di fare dà la certezza ai tirocinanti di essere stati abbandonati a sé stessi. Alla delusione si è sostituita una rabbia crescente verso quella politica che si è fatta beffe della nostra voglia di trovare un lavoro dignitoso”.

Problematiche nelle procedure

La fonte dei ritardi risiederebbe in “un grosso problema nelle procedure di controllo delle pratiche dei tirocinanti”.

“Tale inghippo ha di fatto bloccato le procedure di pagamento – spiega Lauria -. Questi controlli andavano fatti prima di iniziare il tirocinio, ma se chiediamo quale organo avesse dovuto vigilare su tali procedure, dalla Regione e dall’Assessorato di riferimento inizia un circolare scaricabarile che lascia tutti senza una vera risposta. Se ci sono stati errori da parte di un organo della regione Siciliana, le istituzioni sono tenute a fare chiarezza diffidando chi li ha commessi e denunciando eventuali responsabilità dal punto di vista giuridico”.

L’appello alla Regione

In qualità di portavoce dei tirocinanti, Oreste Lauria fa nuovamente appello al parlamento regionale. “Affinché prenda una netta presa di posizione e trovi finalmente la soluzione che sblocchi i pagamenti”, sottolinea.

“Nei discorsi in campagna elettorale tutti i candidati promettono con le loro competenze di risolvere i veri problemi che attanagliano la regione siciliana. Ebbene questo dei tirocinanti dell’Avviso 22 è un problema grave che va risolto al più presto. Ad oggi non è stato risolto.
I tirocinanti, in molti, credono di non dover essere più pagati per un lavoro svolto e mai retribuito; oltre al danno si aggiunge la beffa, hanno dovuto sostenere le spese anticipatamente di tasca per gli spostamenti per raggiungere il luogo del tirocinio. Noi tirocinanti, come cittadini ed elettori, vogliamo risposte concrete e soluzioni certe”.

CONTINUA A LEGGERE