Politica

Azione legale contro Orlando e Musumeci per i danni della guerra dei numeri

Patrizia Di Dio, la presidente di Confcommercio, era stata chiara. «Non accettiamo ─ aveva detto ─ provvedimenti restrittivi sulla base di un sistema di conteggio dei dati a dir poco inadeguato e artigianale». E adesso si è affidata al legale Alessandro Dagnino per contestare la chiusura di tutte le attività ritenute non essenziali. Provvedimento arrivato dopo la guerra di numeri tra il sindaco Leoluca Orlando e il commissario per l’emergenza Renato Costa. Per la confusione che si era creata sui dati, Orlando ha scritto addirittura al ministro della Sanità Roberto Speranza. Per chiedere una vigilanza speciale sui contagi, in città e nell’Isola. Perché «la correttezza dei numeri, la tenuta del sistema sanitario e la tempestività dei provvedimenti sono condizione necessaria per un efficace contrasto al diffondersi della pandemia».

TENSIONE ALLE STELLE

Come scrive Repubblica, la tensione è arrivata alle stelle, tanto che Musumeci ha accelerato dichiarando rossa l’intera provincia di Palermo. Motivo del contendere il valore dell’ultima incidenza di contagi in città,, che viene contestata. Al punto che Orlando ha scritto un’altra lettera all’Istituto superiore di sanità. Per chiedere i dati della sorveglianza epidemiologica. Indispensabili per «l’eventuale adozione di provvedimenti amministrativi di competenza del sindaco connessi all’epidemia», dalla chiusura delle scuole elementari fino a quella dei mercatini rionali.

LA ZONA ROSSA A PALERMO UN SOPRUSO

La decisione del governatore Musumeci di dichiarare la zona rossa a Palermo su pressing di Orlando, dopo l’inchiesta che ha travolto la Sanità regionale, è vissuta da Confcommercio come un sopruso. Quindi, considerando la «grave inattendibilità dei dati ufficiali relativi all’emergenza», l’avvocato Dagnino ha chiesto un accesso agli atti . Ma sarebbero arrivate solo risposte interlocutorie. Così l’associazione di categoria ha deciso di utilizzare lo scontro in atto fra Comune e struttura commissariale regionale sui numeri per impugnare un provvedimento considerato un abuso. L’orientamento di Dagnino pare non sia quello di chiedere una sospensiva. I commercianti mirano direttamente al risarcimento del danno derivante dalla chiusura forzata, probabilmente non necessaria. Il «lucro cessante» di chi è stato costretto a chiudere sarebbe di 50 milioni di euro. E questo è il conto che presenteranno i commercianti, impugnando l’ordinanza che mercoledì ha istituito la zona rossa. Chiedono un maxi-risarcimento a Comune e Regione, e questo chiederà Confcommercio.

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Pippo Maniscalco