Badante, con marito e complice, simula rapina da 30mila euro ad anziano

L’accusa per la badante e i complici è di furto in concorso aggravato dall’essere stato commesso con l’abuso di relazioni domestiche

Ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari nei confronti di tre palermitani, tutti incensurati, ritenuti responsabili del reato di furto in concorso, aggravato dall’averlo commesso con abuso di relazioni domestiche. E inoltre di avere approfittato di circostanze da ostacolare la privata difesa, e in danno di una persona anziana. I fatti risalgono al 24 marzo 2019 quando una donna, che era badante della vittima, un anziano con problemi di deambulazione, ha denunciato una rapina commessa da uno sconosciuto. Ha raccontato alla polizia che un uomo l’aveva rinchiusa all’interno di una stanza dell’abitazione dove prestava servizio di assistenza. Ed avrebbe sottratto una cassetta metallica contenente denaro, orologi di pregio e monili, per un valore complessivo di circa 30.000,00 euro.

NUMEROSI DUBBI SULLA VERSIONE DELLA BADANTE

Le indagini condotte da personale della Squadra Investigativa del Commissariato di P.S. “Libertà”, hanno sollevato numerosi dubbi sulla versione resa dalla badante e quindi sulla natura del reato ritenuto una rapina. Tra gli altri particolari, è stato infatti notato che sulla porta blindata non c’erano segni di effrazione, e neppure una presunta forzatura legata al ritrovamento di un frammento di lastra radiografica presumibilmente abbandonata ad arte per simulare la rapina. La stanza messa a soqquadro era stata una sola, proprio quella dove erano custoditi i preziosi. Inoltre la visione delle immagini registrate dalle telecamere condominiali avrebbe chiarito come le fasi dell’ingresso e dell’uscita del rapinatore siano avvenute in un lasso di tempo molto breve ed incompatibile con le fasi di una rapina, asseritamente concitate e laboriose.

LA BADANTE “BASISTA” DEL MARITO E DEL COMPLICE

Da queste circostanze è stato desunto che il reato è stato compiuto da persona che sapeva come muoversi e quindi profonda conoscitrice dei luoghi. E si è giunti alla determinazione che quanto dichiarato dalla badante non fosse altro che una messa in scena. I successivi riscontri hanno condotto la polizia alle identità dei due complici ed alla reale natura del reato. Si sarebbe trattato di un furto aggravato, compiuto fisicamente da A.G., con la collaborazione della badante O.N. “basista” del colpo, e del marito di quest’ultima C.C..