Non si può di certo dire che nelle ultime settimane ci si annoi in Consiglio comunale. Tanta la carne al fuoco in una città alle prese con emergenze e criticità, e la coesione degli schieramenti ne risente. La protesta più plateale è arrivata ieri ad opera di Giulia Argiroffi, consigliera del Gruppo Oso, sul tema della piscina comunale ma non si tratta dell’unico tasto dolente che attualmente agita l’amministrazione.
“In assenza di pianificazione, la quinta città d’Italia si trova senza piscina comunale”, ha affermato ieri nel suo intervento il pentastellato Giuseppe Miceli. L’impianto di viale del Fante ha chiuso i battenti per consentire l’avvio del secondo progetto finanziato con i fondi PNRR: si tratta di una grossa operazione di restauro che prevede chiusure abbastanza lunghe. Si era parlato, dunque, di soluzioni temporanee: prima il sito sembrava fosse stato individuato all’interno del cosiddetto Pallone, nei pressi dello stadio Renzo Barbera, poi l’attenzione si era spostata nella zona del centro commerciale Conca d’Oro. Di fatto, attualmente il capoluogo siciliano è sprovvisto di piscina comunale.
Per correre ai ripari ieri è stato pubblicato un avviso rivolto a soggetti pubblici e privati in grado di offrire strutture a partire dall’1 settembre prossimo. Verranno prescelti gli impianti che presenteranno “un costo orario di utilizzo inferiore”.
“Da due anni l’amministrazione ci prende in giro – ha tuonato ieri il consigliere Giuseppe Miceli – ha sprecato centinaia di migliaia di euro per il progetto sull’ex Pallone”. Argiroffi ha rincarato la dose: “Anche il piano per realizzare una piscina al centro commerciale Conca d’Oro è stato un fallimento, si trattava di un accordo già preso vent’anni fa che andava rispettato, non di un favore al Comune”. Munita di occhialini, la consigliera ha portato sui banchi della giunta una piscina gonfiabile per bambini, finita poi sul banco della presidenza. Gli animi si sono surriscaldati al punto tale che la seduta è stata chiusa.
Quella della piscina non è, però, l’unica patata bollente che agita gli animi in Consiglio. Qualche giorno prima era stata la mozione sulla registrazione anagrafica delle famiglie omogenitoriali. Il testo sostenuto dal comitato “Esistono i diritti”, presentato da un fronte trasversale che vede la presenza di Alberto Mangano (Avs), Gianluca Inzerillo (Forza Italia), Rosario Arcoleo (capogruppo Pd) e dell’assessore Fabrizio Ferrandelli, ha spaccato persino il mondo Lgbtqia+. Uno schieramento misto – Mariangela Di Gangi (Pd), Antonino Randazzo (M5s), Franco Miceli, Massimiliano Giaconia e il capogruppo di Forza Italia Ottavio Zacco – ha infatti presentato un emendamento voluto da altre associazioni arcobaleno.
“Una mozione politica”, secondo Milazzo che ha sottolineato: “Per noi il valore e il programma sono dirimenti. Valuteremo chi sono i nostri compagni di viaggio e chi non lo sarà più“. Il riferimento a Ferrandelli e il fantasma del rinvio del rendiconto, su cui la maggioranza sta cercando l’accordo, hanno fatto esplodere la tensione. Il presidente Giulio Tantillo si è visto costretto a chiudere la seduta.
“La città è sommersa dai rifiuti, tra qualche giorno nei rubinetti i palermitani non avranno più acqua, ma il Consiglio comunale, invece di dedicare tutto il proprio tempo e la propria attenzione a queste gravissime emergenze, preferisce occuparsi della mozione sulle famiglie omogenitoriali, un argomento su cui, come si sa, il Consiglio non ha alcun potere decisionale né tantomeno legislativo”, ha dichiarato Sabrina Figuccia dalle file della Lega.
“Prendiamo atto che per il centrosinistra, e perfino per alcuni settori della maggioranza, Palermo non soffre più di alcun problema: nessuna emergenza rifiuti, nessuna emergenza idrica, nessuna emergenza sociale – si legge in una nota di Fratelli d’Italia -. Tutto messo in secondo piano rispetto a una mozione, quella sulla trascrizione dei figli delle coppie omogenitoriali, che si è voluta discutere in consiglio comunale mettendo da parte ogni urgenza”.
“Una mozione che, come tutti sanno, non ha alcun valore visto che i consigli comunali non hanno competenza in materia; si tratta di una vile strumentalizzazione per fini meramente elettorali portata avanti da chi insulta e limita il diritto democratico di parola; arrivano persino a litigare fra loro a mezzo stampa, pur di accaparrarsi qualche spazio sui giornali – prosegue il testo -. Fratelli d’Italia ha a cuore le emergenze di Palermo e dei palermitani e non presterà il fianco a chi fa campagna elettorale a scapito dei cittadini. Una cosa però deve essere chiara: dall’esito di questa vicenda i palermitani capiranno chi rispetta il programma elettorale e chi no, chi fa parte di questa maggioranza di centrodestra e chi invece prova a tenere il piede in due staffe. Assumendosene ogni conseguenza”.
“Non accettiamo la logica di una gerarchia delle battaglie – afferma invece Mariangela Di Gangi del PD – e occuparsi di questioni sociali e civili non esclude la possibilità di affrontare le numerose emergenze irrisolte che l’amministrazione Lagalla sta accumulando”.
“Oggi il Consiglio comunale avrebbe potuto votare una mozione che a partire dall’invito al governo nazionale a legiferare sul riconoscimento dei figli e delle figlie delle coppie omogenitoriali, grazie al contributo di alcune delle più rappresentative associazioni del movimento Lgbtqi+, vuole impegnare l’amministrazione comunale su una serie di azioni concrete per la promozione dei diritti delle persone che appartengono a questa comunità – ha aggiunto – Tra le altre, anche il riconoscimento degli alias, che non sono affatto nomi fittizi per reinventare identità, bensì uno strumento di tutela per persone trans che aspettano anni per avere una rettifica anagrafica e che il comune può essere riconoscere un difficile percorso personale, come già in altri comuni è possibile fare, nel pieno rispetto della normativa e che non muta i documenti personali ma semmai la denominazione all’esterno”.
Poi l’affondo sulla maggioranza vacillante: “Precisando che non ci piegheremo alla logica di una gerarchia tra i diritti, perorata oggi da una parte della maggioranza che sostiene Lagalla e dietro cui si nasconde soltanto la vera natura dell’alleanza che governa a Palermo, ribadiamo che impegnarsi su un fronte non dovrebbe mai impedire di affrontare altri temi altrettanto cruciali. Quanto accaduto stamattina evidenza dunque nuovamente le contraddizioni interne alla maggioranza di Lagalla, incluse quelle sui diritti civili, che devono essere affrontate. Non si può essere tutto e il contrario di tutto. E non si può accettare l’idea che certi temi non siano di competenza comunale solo perché non riguardano la gestione del potere, che sembra essere l’unico collante di questa maggioranza, tenuta insieme con lo scotch”.
“Sono disgustato da questa politica pretestuosa, antidemocratica e ricattatoria attuata oggi in Consiglio comunale. È passato un anno per poter dibattere una mozione semplice, che ancora una volta provano ad appesantire, emendandola. Tengo a precisare che se l’emendamento fosse stato presentato come mozione o Odg sarei stato il primo a votarlo, ma non posso condividerlo come emendamento perché snatura il senso della mozione laica e trasversale, presentata dal comitato “Esistono i diritti” un anno fa”. Sono le dure parole di Gianluca Inzerillo di Forza Italia.
“Mi dispiace, ma appare assai chiaro il giochetto attuato in particolare modo da due consiglieri rispettivamente maggioranza e minoranza, che risultano essere due facce della stessa medaglia. Il consigliere di maggioranza Milazzo in maniera provocatoria attacca velatamente l’assessore Ferrandelli, accusandolo di non essere in linea con la maggioranza, giochetto condotto dal collega Milazzo neppure troppo abilmente, dal momento che l’unico a cascarci è il presidente del comitato D’Amico. La consigliera di minoranza Di Gangi, invece, da mesi fa terrorismo psicologico nei confronti delle associazioni, considerandole esclusivo contenitore elettorale, senza impegnarsi minimamente nel volerle tutelare davvero, prova ne è l’emendamento che seppur condivisibile, nulla a che vedere con la mozione. Spiace, inoltre, che alla collega Di Gangi, incoronata paladina del mondo Lgbtqi+, siano sfuggite forse per eccesso di zelo le due sentenze della Corte costituzionale, approdate in Commissione bilancio – di cui sia io che la Di Gangi siamo componenti – che condannano il Comune di Palermo al risarcimento di due famiglie omogenitoriali per la mancata trascrizione”.
“Essere consigliere comunale – ha concluso Inzerillo – significa anche amministrare e se sui temi etici mi troverete sempre dalla parte degli ultimi, sul dibattito economico che danneggia le casse della nostra città mi troverete sempre dalla parte di chi difende il danaro dei cittadini e delle cittadine palermitane”.
Foto da Ansa