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Ballò “Jerusalema” con le reclute: uffiale indagata e assolta dal gup militare |VIDEO

Una tenente di vascello era stata la protagonista del famoso ‘balletto Jerusalema”, messo in scena l’estate scorsa nella Scuola sottufficiali di Taranto dai giovani volontari che avevano appena prestato giuramento. Adesso è stata prosciolta con formula ampia dal gup militare di Napoli. Il video che riprendeva le reclute era finito sul web e in pochi giorni era diventato virale. Nei confronti della donna e di un sottufficiale, che l’aveva coadiuvata, l’accusa era quella di “concorso in disobbedienza continuata pluriaggravata”. Il pm oggi aveva chiesto il rinvio a giudizio, mentre gli avvocati difensori degli imputati. il proscioglimento. Ed ifatti è stata prosciolta con formula ampia dal gup militare di Napoli: “Non doversi procedere perché il fatto non sussiste”

GIURAMENTO A PASSO DI DANZA

Prima c’era stato il giuramento concluso a passo di danza nel cortile della caserma delle Scuole sottufficiali di San Vito, in provincia di Taranto. Poi il procedimento disciplinare: la marina militare aveva avviato un’indagine nei confronti della tenente di vascello. Era stata considerata la coreografa di quel balletto messo in scena sulle note del tormentone estivo “Jerusalema”. «Non ho fatto niente di male, non ho gettato alcun discredito sulle forze armate», aveva precisato l’ufficiale tramite il suo avvocato. Il difensore aveva spiegato che «l’intento dell’ufficiale, madre di un bambino di tenera età e mossa dalle migliori intenzioni, era stato solo quello di rinfrancare lo spirito di tante giovani reclute. Sottoposte ad eccezionali precauzioni e ad isolamento dal resto del mondo a causa dell’emergenza Covid».

E si era detto sorpreso che la scala gerarchica, per fatti assolutamente inoffensivi per l’immagine ed il prestigio della Marina militare, avesse invece ritenuto di avviare in tempo record un procedimento per la consegna di rigore, che è la più grave delle sanzioni di corpo. Riservata a comportamenti di massimo allarme e discredito. Adesso invece è arrivata l’assoluzione.

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Pippo Maniscalco