Un telecamere di sicurezza posizionata di fronte all’ingresso principale dell’ex hotel Astor ha immortalato gli ultimi istanti di Kata prima della sparizione. Si tratta della bambina di 5 anni scomparsa a Firenze dal 10 giugno, un caso che sta tenendo col fiato sospeso tutta l’Italia che spera in un lieto fine per la piccola.
Il filmato risalirebbe alle 15:01, quindi a pochi minuti prima della scomparsa di Mia Kataleya Chicllo Alvarez. Nel video si vede la bimba con un gruppetto di ragazzini, dai quali poi si allontana per dirigersi da sola verso la porta del cortile laterale.
“Non mi importa di fare denuncia: mi basta che mi riportino qua la bambina. Sarei felice di questo, non c’entra niente lei. E anche io non c’entro con nessuno. A me piace stare con la famiglia”. Così ha detto il padre di Kata, Romero Chicclo, a “Chi l’ha visto?”, su Rai 3, lanciando il suo appello. “Rapimento? Non so”, ha aggiunto.
L’uomo ha raccontato di “essere venuto in Italia con la bambina che aveva sei mesi e di aver cercato una stanza a Firenze, a Prato, a Poggio a Caiano, Quarrata. Abbiamo cercato una stanza, ma con un figlio a carico ho scoperto che qua in Italia è difficile affittare. Poi, grazie a Dio, ho trovato questo posto tramite un peruviano: mi ha detto che c’era un albergo occupato e siamo venuti qui”. L’uomo ha specificato: “Non paghiamo affitto. Abbiamo pagato solo una volta, abbiamo comprato una stanza con mia moglie. Poi anche mio cognato ha preso una stanza. Poi ho portato mio babbo, mia madre”.
Le ricerche della piccola proseguono incessanti e, al momento, la tesi privilegiata dagli inquirenti pare essere quella della faida tra gruppi rivali per le camere dentro l’ex hotel Astor. Il presunto conflitto vedrebbe tre fazioni contrapposte: due di peruviani, di cui una vicina alla famiglia di Kata, e una di rumeni.
“L’hanno rapita, è stato pianificato tutto. Non ci sono telecamere. Sanno cosa hanno fatto, loro”, ha detto il padre della bambina ai giornalisti mentre rientrava all’ex hotel Astor dopo un corteo organizzato per per chiedere la liberazione della piccola. “Non ho debiti, non ho problemi con nessuno, io so quello che ho fatto ma l’ho fatto per la famiglia – ha detto l’uomo alludendo ai guai con la giustizia che lo hanno portato anche in carcere -, questa è una prova di Dio. Sono sicuro che Kata è viva e che ritornerà”.
Intanto Katherine Alvarez, madre di Kata, è stata dimessa dall’ospedale di Careggi. La donna era stata ricoverata lunedì per aver ingerito una piccola quantità di candeggina. “Principessa mia, solo Dio sa come mi sento. Starò bene, perdonami se per un istante ho pensato di arrendermi e perdere la speranza. Però adesso sono più forte e non mi riposerò fino a quando non ti troverò”, ha scritto in un post su Facebook.