Bambino morto annegato in piscina, il centro sportivo si difende: “Nessuna responsabilità”
Il centro sportivo USD Centocelle respinge le accuse su possibili responsabilità riguardo la morte del bambino di 3 anni annegato in una piscina a Roma due settimane fa. Attraverso il proprio legale Massimo Caria, la società sportiva fa sapere che: “in relazione all’articolo titolato “Tragedia a Roma, bimbo di 3 anni muore annegato in piscina” pubblicato da Palermo Live al link https://palermolive.it/tragedia-roma-bimbo-3-anni-muore-annegato-in-piscina/” precisa che sulle dinamiche
“Diversamente da quanto scritto, la piscina (che non era stata messa a disposizione dei partecipanti alla serata) era sicura, chiusa al pubblico e separata dal resto del complesso da reti di recinzione; il bambino, purtroppo lasciato incustodito, si è allontanato dal locale dove si trovava con i suoi accompagnatori, si è recato da solo verso la piscina chiusa, si è introdotto forzando una rete e si è tuffato in acqua (piuttosto che cadervi), senza riuscire a venirne fuori.
Quanto sopra emergerebbe dai filmati delle telecamere di sicurezza dell’impianto sportivo, già messi a disposizione della Magistratura. Nessuna responsabilità è attribuibile alla USD Centocelle e ai suoi referenti per il tragico evento che ha profondamente scosso tutti i collaboratori del centro”.
I carabinieri continuano a indagare su quanto accaduto al piccolo Adamo Malik che in quella terribile giornata si trovava in compagnia della mamma. Si indaga per omicidio colposo.
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