“Ho un bar fermo da due anni ma mi chiedono lo stesso di pagare il canone”

Ezio Citelli, titolare dell’esercizio ubicato all’interno dell’ Istituto Superiore “Mario Rutelli” di Palermo : “Nonostante abbia dimostrato una perdita dell’80% del fatturato, da parte della politica totale indifferenza, ma da parte della scuola un grande cuore.”

Di storie ai confini della realtà, a causa dell’emergenza sanitaria, in ambito economico commerciale a Palermo ne abbiamo sentite tante. L’ennesima, ci giunge da Ezio Citelli, titolare di un bar ubicato all’interno della scuola “Mario Rutelli”. Chitarrista per passione, Ezio, che per tanti anni si è esibito negli spettacoli dell’attore e showman palermitano Sergio Friscia, raggiunto da PalermoLive ci racconta la sua disavventura. “Prima mia madre, poi io dal 2014, da ben 34 anni portiamo avanti questo esercizio commerciale. Da una decina d’anni si paga un canone annuo il cui importo è stabilito in base al numero degli alunni dell’Istituto Rutelli. Nel mio caso, essendoci in media mille studenti, il canone annuo da versare ammontava a circa 1500 euro. Tutto ciò, nonostante personalmente non usufruissi di questa potenziale affluenza, a causa del fatto che i cancelli esterni della scuola rimanevano puntualmente aperti durante la ricreazione”.

IRROMPE IL COVID

Ciò che è successo a gennaio del 2020, quando è arrivato il Covid, ha fortemente condizionato il mio lavoro. Tutto ha inizio con la chiusura, in via precauzionale, dal 26 febbraio al 2 marzo. Riapro dopo 6 giorni per poi rimanere chiuso fino a ottobre per richiudere nello stesso mese. Dopo ben 4 mesi, a febbraio 2021, la riapertura, ancora una volta seguita da chiusura e riapertura dopo le vacanze di Pasqua dello stesso anno. In buona sostanza – continua Ezio – , in questi ultimi due anni scolastici non abbiamo lavorato niente. Praticamente un’azienda finita, con sostegni dello Stato che preferisco non commentare per quanto sono stati ridicoli. Sostegni che non hanno tenuto conto che, bar appartenenti alla nostra categoria, ovvero quelli vincolati dall’apertura o chiusura delle scuole, non potevano neanche riaprire così come le normali attività del settore, al massimo condizionate dalle restrizioni degli orari del coprifuoco. Praticamente, scuola chiusa bar chiuso”.

Le delizie del Bar di Ezio Citelli

UN CALO DI FATTURATO DA KO

Ricordando che ho calato la saracinesca a fine maggio e non l’ho ancora riaperta, sono rimasto basito quando, a fine giugno del 2021, mi sono visto recapitare la pec tramite la quale la città metropolitana di Palermo mi chiedeva il canone del 2020. Intenzionato a ottenere chiarimenti – prosegue l’imprenditore – , dagli uffici preposti mi viene detto che, chi all’interno delle scuole possiede distributori non è tenuto a pagare il canone al contrario di chi come me vi lavora fisicamente. Nonostante ciò, pensando di confortarmi, mi prospettano che, dimostrando un calo del fatturato di almeno il 33% mi sarebbero venuti incontro. Nulla di tutto questo, nonostante in realtà, effettuati i conti con il commercialista, a causa dei due anni di chiusura il calo del fatturato ammontava addirittura all’80%. Altro che 33. Una realtà tra l’altro risaputa dalla provincia, da Musumeci e da Orlando, oltre che sindaco anche capo della città metropolitana di Palermo“.

STUDENTI LONTANI DAL BAR MA VICINI COL CUORE

Siamo tanti i bar di Palermo e provincia gestiti dalla città metropolitana – precisa Ezio. Sanno benissimo le difficoltà alle quali siamo andati incontro durante l’emergenza sanitaria. Ecco perchè, l’atteggiamento del tutto indifferente della politica non è assolutamente accettabile. Da lì a poco la beffa. Avendo prodotto assieme al commercialista quanto mi hanno richiesto, e inviato tutto tramite pec, dopo tre mesi di silenzio mi chiama la dirigenza della scuola. Mi viene comunicato che, considerate le restrizioni per evitare assembramenti, gli alunni non possono più usufruire del bar. Una disposizione che appare nel sito stesso dell’Istituto Rutelli, dove, per l’appunto, c’è scritto che gli alunni per il momento non potranno recarsi al bar dall’interno ma solo dall’esterno. Insomma, per la mia attività, un’ulteriore mazzata.

Esiste però un cuore, grande e capace di confortare l’animo provato di Ezio. Si trova all’interno della stessa scuola Rutelli. “Questo grazie agli ottimi rapporti che esistono con la dirigenza e con insegnanti. Consci del momento delicato, entrambi hanno ritenuto di aiutarci economicamente. Ma la cosa che più di ogni altra mi ha colpito è stata la colletta organizzata da due ragazzi. Un atto di grande generosità che, a fine anno, ha fruttato una cifra di circa 300 euro posti all’interno di una scatola. Evidentemente, dove non arrivano le istituzione arriva il cuore della gente. Un qualcosa che mi gratifica nel profondo e che evidentemente dimostra che un pochino mi sono fatto benvolere grazie al mio lavoro.”

TOTALE INDIFFERENZA

E’ stato proprio mentre discutevo di questo con la direttrice che è giunta la pec della Provincia. Venivo informato che, in base alla richiesta di riduzione parziale o totale del canone del 2020, la città metropolitana rifiutava, in quanto non ci sarebbero le condizioni per non farmi pagare. Alla pec in cui facevo le mie legittime rimostranze, invitando persino a revocarmi la licenza, per tutta risposta ricevevo l’incoraggiamento a produrre la documentazione per concretizzare l’interruzione della mia attività. Ripeto – tiene a precisare Ezio -, in maniera del tutto indifferente.

NON MI PIEGO PERCHE’ NEL GIUSTO

Solo in un secondo momento, ragionando con più calma, ho ritenuto opportuno di non essere io a dovere andarmene dopo 34 anni di onesta attività. Ho due figli e una famiglia di cui prendermi cura, e non essendo certamente nel torto, ho annunciato che l’attività del bar riprenderà con la riapertura della scuola. Una situazione paradossale – conclude Ezio – , di fronte alla quale trovo ingiusto piegarsi, forte del convincimento che, se c’è qualcuno ad essere stato danneggiato, quello sono io e tutti coloro che si ritrovano a vivere la mia stessa situazione”.