“Barbera fatiscente e bar che incassa in nero”, il Palermo risponde alle accuse del Corriere della Sera

“Abbiamo affrontato a testa alta la sfida di un tutto esaurito. Il bar ha incassato in nero? L’autore dell’articolo dovrà rispondere per vie legali”. Così la società di Viale Del Fante risponde all’articolo del Corriere della Sera

barbera

In relazione all’articolo pubblicato oggi sulle pagine nazionali del Corriere della Sera, dal titolo “Il plastico di una vecchia idea di calcio in agonia” a firma di Fabrizio Roncone, il Palermo F.C. ha espresso il proprio disappunto tramite una nota sul proprio sito ufficiale. La testimonianza dell’autore riguardo allo stato dello stadio Renzo Barbera, durante Italia-Macedonia, è definita dalla società di Viale del Fante “del tutto parziale e faziosa”.

«L’articolo – scrive il Palermo FC – appare infatti come un elenco di presunti disservizi della struttura, tali da perfino legittimare l’insuccesso degli Azzurri, giacché se questo è lo stadio della quinta città italiana “non ce li meritiamo nemmeno i Mondiali stavolta”. Si passano in rassegna  una serie di storture, dalla scarsa manutenzione alla sedicente fatiscenza dei locali, al mancato decoro e/o rispetto di regole e protocolli federali da parte di personale di servizio e perfino pubblici ufficiali.»

IL BARBERA HA “AFFRONTATO A TESTA ALTA LA SFIDA DI UN TUTTO ESAURITO”

“Ferma restando la fotografia oggettiva di un impianto che per oltre 30 anni ha goduto di poche o nessuna reale opera di rinnovamento strutturale, portando con sé gli inevitabili segni del tempo – prosegue la nota –  l’articolo, più o meno consapevolmente, tace di contro la verità di uno stadio che – grazie al lavoro dell’intera macchina organizzativa – ha affrontato a testa alta la sfida di un “tutto esaurito” adeguato all’importanza del match, che merita a questo punto un “contro-elenco” capace di rendere giustizia alla serata del 24 marzo e onorarne la verità incontestabile dei fatti:

Nessuna défaillance organizzativa a danno dei tifosi e delle federazioni ospiti; spogliatoi completamente rinnovati per l’occasione; manto erboso non solo al livello ma anche al di sopra degli standard delle competizioni nazionali e internazionali, a tal punto da ricevere apprezzamento dagli stessi giocatori e staff tecnici; area sky-box completamente nuova e realizzata ad hoc per l’occasione; nuovi schermi led giganti di ultima generazione; ultimo, ma non ultimo, la condotta ineccepibile di un pubblico caloroso e rispettoso che, nel primo grande evento nazionale con il 100% della capienza, ha onorato l’evento in una grande festa di sport, come gli stessi vertici della FIGC hanno avuto a cuore di ricordare nella conferenza post-partita.

Lungi da ogni ricostruzione capziosa, si tratta di fatti, questi, facilmente verificabili che – secondo lo stesso ragionamento dell’autore dell’articolo – avrebbero dunque dovuto portare facilmente al successo la nostra Nazionale e renderci tutti, dunque, “meritevoli dei Mondiali in Qatar”. Se Berardi e compagni avessero segnato in una o più delle tante occasioni azzurre, e l’Italia avesse passato il turno, avremmo allora letto oggi questo articolo?»

“IL BAR HA INCASSATO  IN NERO? GIÀ PRONTA UN’AZIONE LEGALE”

«Per finire, l’autore dell’articolo spinge la propria personale ricostruzione ben oltre – evidenzia il Palermo Calcio – scrivendo nero su bianco che durante la partita il personale responsabile dei punti ristoro allo stadio avrebbe incassato denaro “in nero”, commettendo dunque un reato penale. Ipotesi già sconfessata dalla stessa Guardia di finanza, che durante la partita ha effettuato tutte le verifiche del caso e verbalizzato la correttezza di tutte le operazioni. Di tale accusa, l’autore si ritroverà a rispondere nelle sedi opportune, in seguito all’azione legale già annunciata dall’azienda incaricata della gestione dei punti ristoro al Renzo Barbera.»

Trovare colpe e colpevoli dell’esclusione dell’Italia dai Mondiali è certamente esercizio di stampa e analisti sportivi – conclude la nota – ma cercarli in Palermo e nel suo stadio non produrrà alcun esito.»

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