Barca affondata nel Lago Maggiore: il naufragio si tinge di giallo, tanti 007 a bordo

I superstiti del naufragio sono spariti: gli israeliani già ieri mattina erano a Tel Aviv, ma anche gli italiani erano introvabili

Il naufragio avvenuto domenica nel Lago Maggiore rischia di diventare un giallo. Perché sulla “Good…uria”, la barca inabissatasi durante un temporale, c’erano parecchi 007, appartenenti alle forze di sicurezza italiana e israeliana.

Secondo alcune indiscrezioni, oltre a tre delle quattro persone che hanno perso la vita, sull’imbarcazione sarebbero stati presenti anche altri agenti appartenenti a servizi di intelligence. Perché si trovavano lì? Era una situazione conviviale per festeggiare una ricorrenza o c’era qualcosa di diverso? La Procura di Busto Arsizio ha aperto un fascicolo per naufragio colposo a carico di ignoti. Nell’inchiesta, affidata ai carabinieri della Compagnia di Varese, gli inquirenti, guidati dal procuratore Carlo Nocerino, stanno effettuando i primi accertamenti per verificare le misure di sicurezza a bordo e capire se la società proprietaria dell’imbarcazione turistica fosse a norma con le autorizzazioni al trasporto passeggeri.

La ‘house boat’ non doveva essere al largo

La “Good…uria”, la barca della morte nel lago Maggiore, era una navetta olandese fabbricata nel 1982, che poteva ospitare al massimo 15 passeggeri. A bordo ce ne erano erano 8 in più, donne e uomini in maggioranza dei Servizi segreti, sia italiani che israeliani del Mossad. Il maggiore peso potrebbe provocare inevitabili ripercussioni sulla manovrabilità del mezzo con il suo carenaggio piatto già in condizioni normali, figurarsi sotto bufera.

La «house boat», una «casa galleggiante» lunga 15 metri, forse non doveva essere al largo del bacino, bensì vicino alla costa, in una posizione propizia per eventuali operazioni di salvataggio. Anche perché le previsioni meteo annunciavano progressivi peggioramenti, con il rischio di eventi critici. Forse anche una tromba marina che ha rovesciato lo scafo nello spazio di pochi secondi e che ha provocato la morte di 4 persone. Una vittima è Anna Bozhkova, di origini russe, in Italia con un permesso di soggiorno a tempo illimitato. Era la moglie dello skipper Claudio Carminati. Sono morti anche Tiziana Barnobi e Claudio Alonzi, elementi dell’intelligence italiana di 53 e 62 anni, oltre a Sbimoni Erez, 53enne 007 israeliano, che avrebbe militato nel Mossad.

Dopo il naufragio tutti i superstiti sono scomparsi

I superstiti, dopo aver nuotato per qualche decina di metri, sono stati salvati da altri natanti, motoscafi, perfino moto d’acqua. Ascoltati nella notte dai magistrati e dai carabinieri del Comando provinciale di Varese, sono spariti in fretta. Gli israeliani  che erano a bordo e si erano salvati, già ieri mattina erano su un volo militare verso Tel Aviv. Gli italiani sono stati evacuati in tutta fretta dai pronto soccorso e dagli hotel tra Sesto Calende e Malpensa, dove non risulta traccia del loro pernottamento. Non ha fatto ritorno a casa nemmeno il proprietario della house-boat: anche perché, su quel cabinato ormeggiato ai cantieri Piccaluga, Carminati ci viveva, conservando sulla terraferma l’appartamento di Anya, che due mesi fa aveva sposato in seconde nozze.