Parli di mare, sole, spiaggia e vacanze a Palermo, e per associazione di idee si materializza nella testa di chiunque Mondello. Anche oggi affollata (più di ieri), la più nobile e rinomata tra le borgate marinare del capoluogo siciliano presentava stamattina un colpo d’occhio mica male. Dopo quasi tre mesi trascorsi tra le quattro mura domestiche, troppo allettante per la gente è stata la voglia di godersi un’altra giornata dal sapore estivo. Centinaia di bagnanti, che diventano migliaia se si prendono in considerazione tutti quei palermitani pronti a scegliere la costa al di là di Capo Gallo, ovvero quella di Barcarello, recentemente balzata agli onori della cronaca locale per quella passerella in legno ormai divelta e pericolante per chi la percorre.
Un po’ più a nord ovest, laddove il mare, complici le correnti, assume sfumature che vanno dall’azzurro al celeste, e dal turchese al blu notte, gli amanti degli scogli hanno potuto godere di sprazzi di relax ultimamente soltanto sognati. Bello, tutto davvero bellissimo, talmente tanto da commuovere ma… con riserva. Che più legittima non si può, almeno stando a sentire la viva voce di chi afferma che “in certi luoghi, venirci troppo a cuor leggero può volere dire fare il più clamoroso degli autogol”. E’ ciò che afferma Mario, ben munito, come la moglie e i due figli di mascherina. “Sinceramente penso che fare passare il mese di giugno con la conferma dei contagi sempre meno frequenti sarebbe stato doveroso nell’intreresse di tutti”. A conforto di quanto dice, indica i capannelli dei bagnanti che, tra un tuffo e una tintarella, a ben guardare non sembrano effettivamente rispettare più di tanto il distanziamento sociale.”Ditemi se, con tutto quello che abbiamo passato vi sembra normale assistere a certe scene. E non venitemi a raccontare – esclama amareggiato – che quella ventina di persone accalcate davanti al venditore di ghiaccioli abitano tutte sotto lo stesso tetto. Se non è assembramento quello!”.
GAIA VS SIMONA
Facciamo altri due passi in direzione del sentiero che, sotto la montagna di Capo Gallo, porta dritti nel cuore della riserva. Anche lì, scalda il cuore riassistere a scene di assoluta normalità. Frotte di runner e ciclisti in mountainbike, giovani, meno giovani ma anche persone più attempate; quì, a ben guardare, più che lungo la costa aumenta il numero di coloro che preferiscono indossare la mascherina ad altezza naso. “C’è chi lo considera esagerato – commenta Gaia sorridendo mentre indica l’amica a fianco priva del dispositivo -: lei ad esempio mi invita a respirare a pieni polmoni l’aria di mare e in questo caso di montagna assieme. Non la ascolto, dal momento che in tv i virologi affermano che passare sulla traiettoria di una persona che ha starnutito potrebbe provocare il contagio. Preferisco dare retta agli esperti”. Non si fa attendere la risposta di Simona: “Credo che sia un atteggiamento dettato dal panico sociale che, quotidianamente ci inculcano tramite i media. Se è per questo ci sono esperti che invitano a diffidare dall’indossare le mascherine all’aria aperta e soprattutto in maniera continuativa. Il rischio è quello di respirare anidride carbonica con il risultato di avere addirittura cali di pressione e giramenti di testa“. Una divergenza di idee che fortunatamente non scalfisce l’amicizia delle due ragazze, pronte a riprendere il cammino tra sorrisi e pacche sulle spalle.
LA SAGGEZZA DI VINCENZO
Infine, le rimostranze di Vincenzo, 80enne che della borgata di Barcarello conosce praticamente tutto: “Questo posto è bello sia quando è deserto, diciamo al naturale, sia quando viene affollato dalla gente nel periodo estivo. Tuttavia, per rispetto alle tante vittime causate dal coronavirus, credo che attendere qualche mese in più prima di consentire l’affollamento dei luoghi balneari sarebbe stato più corretto. E poi, vedere il via vai di polizia e carabinieri, senza che intervengano laddove sarebbe opportuno – e intanto indica il famoso gelataio ambulante affollato di persone tutte prive di mascherine – sa quasi di presa per i fondelli”.