Baretto Mondello, la replica dell’Italo Belga: “Gestori morosi da anni”

La società Italo Belga ha replicato alle polemiche di questi giorni sul contenzioso con il Comune per il Baretto

baretto

Il Baretto di Mondello potrà continuare la sua attività almeno per i prossimi 24 giorni. Infatti l’esecuzione dello sfratto, in programma questa mattina in un primo momento, è stata rinviata al 19 agosto così come dichiarato a Palermo Live dallo stesso gestore del locale Vincenzo Schillaci. La storica gelateria della borgata palermitana è al centro di un contenzioso tra il Comune di Palermo e la società Italo-Belga che ha la gestione della passeggiata del lungomare.

Alla base del rinvio un problema legato alla perimetria. All’arrivo del responsabile giudiziario, infatti, stamattina è sorto un intoppo: la notifica di sfratto indica che la misura dell’immobile da chiudere è 37×50 metri, ma la famiglia Schillaci ha reso noto che il totale della metratura è di 80 metri quadri. Insomma, nella pratica, lo sfratto non dovrebbe riguardare tutto il locale.

Un barlume di speranza per il gestore Vincenzo Schillaci, che si unisce alla presentazione stamattina della richiesta di sospensiva dello sfratto da parte del Comune di Palermo. L’assessore al Patrimonio Antonino Sala, infatti, in accordo con il sindaco Leoluca Orlando, attraverso gli uffici di avvocatura è riuscito a presentare la sospensiva di esecutività della sentenza. Questo tempo in più, quindi, permette di sperare che il provvedimento vada intanto a buon fine e l’attività possa proseguire il proprio corso anche dopo il 19 agosto.

LA REPLICA DI ITALO BELGA

Intanto è arrivata la replica dell’Italo Belga, la quale in questi giorni aveva deciso di lasciare parlare avvocati e giudici. La società ha risposto alle polemiche di questi giorni attraverso un comunicato: “Pensiamo di poter dire come oggi si sia consumata la sconfitta di tutti. La sconfitta del diritto, del buon senso, della ragionevolezza, della conoscenza dei fatti, dell’autonomia dei ruoli e, soprattutto, del lavoro. Ascoltando le continue, fuorvianti dichiarazioni, anche quella della mancata consegna per asserite difformità e non, come in realtà, per mancanza di forza pubblica, confermiamo ancora una volta che sarebbe stato meglio che avessero parlato soltanto i tribunali, che, in questo caso, nelle sedi competenti, hanno deciso esclusivamente su un rapporto contrattuale tra due soggetti privati in cui una parte, è doveroso dirlo, non ha ottemperato alle proprie obbligazioni economiche, come peraltro sembra voglia continuare a fare“.

La famiglia Schillaci in debito con Italo Belga. “Indipendentemente dalla storicità dell’attività – conclude la nota – che nessuno vuole mettere in discussione , è difficile comprendere come si possa continuare ad agitare gli animi adombrando presunte “condizioni”  a favore e, contemporaneamente, insistere nel “dimenticare” quello che si qualifica, in questo come in qualunque rapporto contrattuale tra operatori economici imprenditoriali, semplicemente come debito, adottando manovre elusive già censurate da ulteriori tribunali“.