“Bene confiscato alla mafia occupato abusivamente”, scatta il sequestro da oltre 250mila euro per Valeria Grasso

L’indagine è scaturita dalla denuncia di un imprenditore locale, che lamentava il mancato pagamento di alcuni lavori eseguiti nel locale in parola, per quasi 50.000 euro

I finanzieri del Comando Provinciale di Palermo hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro conservativo ante causam, per un valore complessivo di oltre 250.000 euro, nei confronti di Valeria Grasso, presidente dell’associazione antiracket Legalità e Libertà. In base a quanto emerso dall’indagine istruttoria, quest’ultima avrebbe occupato sine titulo un immobile confiscato alla mafia e affidato all’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la destinazione dei beni Sequestrati e Confiscati – A.N.B.S.C, esercitando al suo interno un’attività di palestra.

La denuncia e le indagini

Ad emettere il provvedimento è stata la Sezione Giurisdizionale per la Regione siciliana della Corte dei conti. Gli accertamenti, condotti dalla Procura Regionale della Corte dei conti, hanno tratto origine da una denuncia presentata alla citata A.G. da un imprenditore locale, in cui si lamentava il mancato pagamento di alcuni lavori eseguiti nel locale in parola, per quasi 50.000 euro.

Nel dettaglio, è stato possibile appurare che dall’occupazione abusiva dello stesso sarebbe derivato un danno erariale quantificato in circa 165.000 euro, cui si aggiungono 80.000 euro relativi ai compensi corrisposti negli anni dai fruitori della struttura sportiva e le ulteriori somme (circa 10.000 euro) incassate per finalità di lucro.

In tale contesto, il Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria di Palermo ha proceduto all’effettuazione di accertamenti patrimoniali propedeutici all’individuazione di beni aggredibili nell’ambito di un provvedimento di sequestro conservativo ante causam, il cui scopo è quello di garantire l’azione risarcitoria nei confronti dello Stato.

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