Bimba morta di Covid a Palermo, la madre: “Non siamo no vax, vaccinatevi”

Le struggenti parole della mamma di Ariele, la bimba morta a causa del Covid presso l’ospedale Di Cristina: “Ha resistito per sedici giorni, sedata e intubata. Ora ce l’hanno restituita dentro un sacco nero”.

streptococco

Neanche la morte di una bimba di 11 anni è riuscita a mettere tutti d’accordo. Perchè, come si usa di questi caotici e contradditori tempi, l’importante è fare polemica. Soprattutto sui social, laddove, una volta diramata la triste notizia, si sono scatenati i commenti più disparati. L’obiettivo, manco a dirlo, condannare a priori una famiglia definita forse troppo presto superficiale. Intervistata da Repubblica, è la madre della piccola Ariele a spiegare come stanno effettivamente le cose.

PAROLE STRUGGENTI

“Ha aspettato la fine della nostra quarantena per andarsene, ma non abbiamo nemmeno potuto accarezzarla“, ma “basta strumentalizzazioni sulla morte di nostra figlia: non siamo no vax”. Così la madre di Ariele, la bambina di 11 anni morta nell’ospedale Di Cristina di Palermo per i postumi di un’infezione da variante Delta da Coronavirus.

I MOTIVI DEL RINVIO DEI VACCINI

E sulla mancata vaccinazione dei componenti la famiglia, spiega che hanno “perso tempo” perché volevano “capire meglio, dopo le notizie contraddittorie su AstraZeneca“. Poi la bambina “era stata male, come accadeva ciclicamente, e avevamo posticipato per assisterla”.

La donna, in merito rassicura: “Ci stavamo organizzando per vaccinarci tutti, d’altronde le mie figlie più grandi hanno sempre fatto i vaccini pediatrici consigliati. Cosa che Ariele non poteva a causa della sua patologia. Per un anno e mezzo siamo stati barricati a casa, per salvaguardarla”.

In merito alla vacanza di una delle sorelle tornata positiva dal viaggio in Spagna la madre, intervistata da Repubblica precisa: “Le mie figlie sono risultate tutte positive, io e mio marito siamo stati sempre negativi. L’11 luglio la saturazione di Ariele è crollata e abbiamo chiamato il 118. Ha resistito per sedici giorni, sedata e intubata. Ora – si dispera la mamma della bimba – ce l’hanno restituita dentro un sacco nero“.

L’APPELLO

Infine l’appello: “Dovete vaccinarvi per salvare i bambini e le persone fragili come lei che non possono farlo” e “chi non si vaccina per ideologia, abbia almeno la decenza di chiudersi a casa e non mettere a rischio gli altri. Aspettare mi è costato caro, ho già chiamato il medico di base per prenotare la prima dose. Non voglio rischiare che le mie figlie rimangano orfane. Il presidente Musumeci mi ha definita no vax, aggiungendo dolore a dolore. Sarebbe stato bello – continua la mamma della bimba – che si fosse esposto allo stesso modo quando con altre mamme lottavamo per avere un reparto di Malattie metaboliche o quando abbiamo chiesto la possibilità per mia figlia e i bambini con diagnosi infausta di avere le cure compassionevoli con le cellule staminali”.