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Blitz antimafia a Palermo, il procuratore de Lucia: “Cosa nostra vorrebbe tornare alla Cupola ma non riesce”

“In questi due anni di indagini, iniziate nel 2023, abbiamo registrato 50 tra estorsioni consumate e tentate ai danni di operatori commerciali. Solo in pochi casi abbiamo avuto riscontro attraverso le denunce che sono state presentate”. Sono le parole di Luciano Magrini, comandante provinciale dei carabinieri di Palermo, nella conferenza stampa indetta stamani a seguito dell’operazione antimafia che ha visto l’esecuzione di ben 183 provvedimenti restrittivi tra Palermo e provincia.

“Questo dimostra – ha proseguito Magrini – che la mafia è presente nel territorio e l’operatore commerciale teme il ricorso alla giustizia. Ritengo se su questo settore si debba lavorare molto e questo non può solo passare attraverso il lavoro delle forze della polizia”.

Il sogno della Cupola e le “nuove reclute”

“Cosa nostra vorrebbe tornare alla commissione provinciale, ma non riesce a ricostituirla”. Così ha dichiarato il procuratore Maurizio de Lucia a proposito dell’inchiesta. “Cosa nostra continua a esercitare il suo fascino in certi ambienti come le borgate, in cui i giovani hanno alternative di vita limitate e si identificano in rappresentazioni di potenza di cui ancora gode la mafia – ha proseguito -. Nell’indagine di oggi sono coinvolti moltissimi giovani e su questi dobbiamo essere particolarmente attenti. Come siamo attenti ai vecchi capi che tornano, dobbiamo stare attenti a chi viene reclutato oggi, cioè al futuro della mafia”

“Le indagini che hanno portato agli arresti di oggi dimostrano che Cosa nostra è viva e presente e dialoga con canali comunicativi assolutamente nuovi, fa affari e cerca di ricostituire il suo esercito”, ha dichiarato il procuratore di Palermo nel corso della conferenza stampa. “L’operazione fa seguito ad altri interventi che confermano la vitalità della mafia, ma anche la capacità di reazione dello Stato che continua a lavorare pur nella carenza di uomini. In Procura mancano 13 sostituti e un aggiunto“.

“Debolezza del circuito penitenziario di alta sicurezza”

“Da questa straordinaria indagine della Procura di Palermo viene fuori un dato allarmante: l’estrema debolezza del circuito penitenziario di alta sicurezza che dovrebbe contenere la pericolosità dei mafiosi che non sono al 41 bis. L’inchiesta di Palermo mostra chiaramente, confermando quanto emerso in altri contesti investigativi, che il sistema di alta sicurezza è assoggettato al dominio della criminalità”. A dirlo è stato il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo, che ha aggiunto: “È un tema delicato che deve aprire una riflessione profonda”.

Meloni: “Impegno incessante dello Stato contro criminalità organizzata”

Intanto sui social il premier Giorgia Meloni ha applaudito all’operazione. “Un’operazione straordinaria dei Carabinieri del comando provinciale di Palermo ha portato oggi all’arresto di oltre 180 persone, tra cui diversi boss, infliggendo un colpo durissimo a Cosa Nostra – si legge -. Un risultato che conferma l’impegno incessante dello Stato nella lotta alla criminalità organizzata”.

Il ringraziamento di Lagalla

“Rivolgo il mio sentito apprezzamento al comando provinciale dei carabinieri, alla direzione distrettuale antimafia e alla procura della Repubblica di Palermo per l’imponente blitz che ha dato oggi un colpo storico a quella mafia che cerca di riorganizzarsi nei diversi quartieri di Palermo e in provincia – ha commentato, invece, il sindaco di Palermo Roberto Lagalla -. L’operazione di oggi svela una Cosa nostra che utilizza le nuove tecnologie e si arricchisce, soprattutto, grazie al traffico di stupefacenti e alle estorsioni. Per queste ragioni, il ringraziamento dell’amministrazione comunale va alle forze dell’ordine, alla magistratura e agli organi investigativi per l’’instancabile impegno nella lotta alla criminalità organizzata”.

Schifani: “La lotta alla mafia non conosce tregua”

“Si tratta di un colpo durissimo alle organizzazioni criminali che continuano a minacciare la sicurezza e il futuro della nostra terra – ha sottolineato il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani -. Voglio rivolgere un sincero ringraziamento alla Procura di Palermo e all’Arma dei Carabinieri per la dedizione e la professionalità dimostrate in questa operazione di altissimo livello. Il loro instancabile lavoro è la testimonianza concreta dello Stato che agisce con fermezza per liberare la Sicilia dal giogo della criminalità organizzata. È la conferma, ancora una volta, che la lotta alla mafia non conosce tregua e che le istituzioni sono unite e determinate nel contrastare ogni forma di illegalità”.

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Redazione PL