Blitz antimafia a Palermo, boss voleva uccidere architetto per una pratica sbagliata

“Io gli scippo la testa! Lo devo ammazzare vero, non per scherzo”, così si esprimeva il boss Gioacchino Badagliacca

Il boss Gioacchino Badagliacca voleva uccidere un architetto palermitano per aver sbagliato alcune pratiche di sanatoria edilizia. È quanto emerso dalle indagini condotte dai carabinieri del Nucleo investigativo di Palermo che hanno portato all’arresto di sette persone con le accuse di associazione mafiosa ed estorsione aggravata.

Colpo alla famiglia mafiosa di Mezzomonreale e Pagliarelli

L’operazione, condotta tra Riesi e Rimini, ha consentito di smantellare la famiglia mafiosa di Rocca Mezzomonreale,  “costola” del mandamento palermitano di Pagliarelli. I nomi degli arrestati sono: Pietro, Gioacchino e Angelo Badagliacca, Marco Zappulla e Pasquale Saitta. Ai domiciliari sono andati Michele Saitta e Antonino Anello.

Così il boss voleva uccidere l’architetto

Le indagini hanno permesso di sventare la condanna a morte emessa dal clan nei confronti di un architetto. Il professionista avrebbe commesso degli errori nella gestione della pratica amministrativa relativa alla regolarizzazione di un fabbricato. Questi, avevano determinato l’emissione di un ordine di demolizione. Provvedimento che ha fatto infuriare il clan. “Io gli scippo la testa! Lo devo ammazzare vero, non per scherzo”. Cosi si esprimeva Gioacchino Badagliacca.

Pizzo ed estorsioni

I carabinieri, inoltre, hanno ricostruito diverse estorsioni ad imprenditori e commercianti del capoluogo per alimentare le casse del clan. 

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