Vi sentite con l’umore sotto ai piedi, svogliati nel dare inizio alla vostra settimana o semplicemente annoiati? Tranquilli, è l’effetto del Blue Monday. Oggi, lunedì 16 gennaio, è il giorno più triste dell’anno.
In realtà non esiste alcuna affermazione scientifica che possa attestarlo ma sono in molti a prendere tale ricorrenza piuttosto sul serio. Perché e da dove nasce il Blue Monday?
Per rintracciare le sue origini, dobbiamo andare indietro di qualche anno. Nei primi anni 2000, Cliff Arnall, psicologo dell’Università di Cardiff, affermò che il terzo lunedì di gennaio è un giorno particolarmente difficile per l’umore delle persone. A tal proposito, formulò delle ipotesi.
Innanzitutto, uno dei fattori presi in considerazione è la condizione atmosferica. Il clima diventa più freddo, le temperature si abbassano e rendono il tutto, da sempre, più complicato. A ciò, si aggiunge il pieno ritorno agli impegni di lavoro dopo il periodo delle festività natalizie. Infine, i buoni propositi formulati ad inizio anno, trascorsa qualche settimana, cominciano a farsi sentire in modo più concreto, generando ansia. L’insieme di questi tre elementi andrebbe dunque a minare la salute psicologica della gente. Ed ecco il Blue Monday (in lingua inglese “blue” significa “triste”).
Se dunque il “giorno più triste dell’anno” non trova alcun fondamento scientifico, tuttavia sembrerebbe averlo sotto l’aspetto psicologico. In realtà, il Blue Monday è anche un’ottima trovata pubblicitaria. Il terzo lunedì di gennaio, infatti, è stato preso seriamente proprio dalle campagne pubblicitarie.
Tutto ebbe inizio nel 2005, quando all’interno di un comunicato stampa dell’emittente televisiva Sky Travel comparve un annuncio in cui si, per spingere le persone a combattere il giorno più triste dell’anno, le si invitava a prenotare un viaggio. La trovata ebbe successo, tanto da essere replicata da molti altri rivenditori.
Insomma, una cosa è certa: il Blue Monday ormai tende ad influenzare anche chi triste non lo sarebbe.