Bocciato dalla Consulta il referendum sulla eutanasia: le reazioni
La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile il quesito proposto dall’Associazione Coscioni. Amareggiati anche i leader politici
In primavera non si voterà sul referendum sulla eutanasia. Lo ha dichiarato inammissibile la Corte costituzionale, riunita oggi in camera di consiglio per discuterne l’ammissibilità. La denominazione di questo referendum era: «Abrogazione parziale dell’articolo 579 del Codice penale (omicidio del consenziente)». Era stato proposto, insieme a tante altre, dall’Associazione Coscioni. Ed a raccogliere le firme sono stati i Radicali e la Lega, qi quali poi si sono uniti nove consigli regionali, tutti di centro-destra. Ci sono volute tre ore di camera di consiglio per arrivare alla decisione sull’eutanasia. La sentenza sarà depositata nei prossimi giorni. Ma intanto l’ufficio stampa della Corte ha anticipato le motivazioni. La Consulta ha ritenuto inammissibile il quesito referendario perché, «a seguito dell’abrogazione, ancorché parziale, della norma sull’omicidio del consenziente, cui il quesito mira, non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili». Insomma, dice in pratica la Corte costituzionale, se vincessero i “sì” le norme che resterebbero in piedi non assicurerebbero la tutela minima delle persone più deboli e più esposte.
LA REAZIONE DI MARCO CAPPATO E MINA WELBY
Immediata le reazione di Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Coscioni e divenuto un simbolo della battaglia per il suicidio assistito, per aver accompagnato in Svizzera il dj Fabo. «Questa per noi è una brutta notizia ─ ha detto ─. È una brutta notizia per coloro che subiscono e dovranno subire ancora più a lungo. Una brutta notizia per la democrazia». Nessuna intenzione però di arrendersi: «Sull’eutanasia proseguiremo con altri strumenti, abbiamo altri strumenti. Come con Piergiorgio Welby e Dj Fabio. Andremo avanti con disobbedienza civile, faremo ricorsi». Sulla decisione della Corte è intervenuta anche Mina Welby, moglie di Piergiorgio, e co-presidente dell’associazione Coscioni. Non ha nascosto la sua tristezza, pensando, soprattutto, «alle persone più vulnerabili le cui richieste resteranno inascoltate». «Ero sicura ─ ha aggiunto ─ che la Corte avrebbe deliberato a favore di questo referendum e sono rimasta molto delusa».
DAI POLITICI REAZIONI BIPARTIZAN
Anche sul fronte politico sono in tanti a rammaricarsi. Per primo il leader della Lega Matteo Salvini: «Sono dispiaciuto, la bocciatura di un referendum non è mai una buona notizia». E inoltre teme che l’assenza di questo referendum, che avrebbe potuto fare da traino, possa danneggiare il quorum quando si voterà per gli altri, Anche Andrea Marcucci, senatore del Pd prova amarezza, e invita il Parlamento a «trovare la forza morale di affrontare un tema delicato e fondamentale, per troppi anni colpevolmente rinviato». Così come il leader del Pd Enrico Letta, che dice: «La bocciatura da parte della Corte Costituzionale del referendum sull’eutanasia legale deve ora spingere il Parlamento ad approvare la legge sul suicidio assistito, secondo le indicazioni della Corte stessa». Secondo Giuseppe Conte, leader M5S, c’è ora un «imperativo politico e morale di dare risposte. Lo impone al Parlamento la grande partecipazione alla raccolta di firme».