Bocciato ed espulso dalla scuola lo studente che accoltellò la prof in aula, la famiglia fa ricorso

L’avvocato: “Un’ingiustizia, aveva ottimi voti”

Lo studente sedicenne che lo scorso maggio aveva aggredito e accoltellato in classe la professoressa di italiano è stato bocciato ed espulso dalla scuola. Il consiglio di istituto del liceo Scientifico Alessandrini, che il ragazzo frequentava ad Abiategrasso, ha deciso l’esclusione dallo scrutino, che significa bocciatura. Come riporta il Corriere della Sera, tuttavia, la famiglia non ci sta e ha deciso di fare ricorso contro il provvedimento. 

Nei giorni scorsi il preside dell’istituto, Michele Raffaeli, aveva spiegato che il regolamento della scuola prevedeva l’allontanamento dalla stessa a seguito di reati perseguibili per legge. Ma se l’atto di espulsione era prevedibile, non era detto che lo fosse anche la bocciatura. Anche perché il profitto del sedicenne era buono. Per questo la sua famiglia ha deciso di ricorrere.

Contrariato l’avvocato della famiglia

L’avvocato Stefano Rubio che assiste la famiglia dello studente, ha spiegato: «Il ragazzo aveva la media del 9 in fisica e dell’8 in matematica ed era arrivato secondo ai giochi matematici dell’istituto. L’unica insufficienza era in storia, con la professoressa in questione. Si è trattato di una mossa cautelativa, quasi pilatesca, da parte della scuola. E non è un bel segnale. La decisione è stata presa dal consiglio di istituto, che non è formato dai suoi insegnanti e, in via riservata, abbiamo saputo che la decisione non è stata condivisa da tutti loro. Il ragazzo, che è ancora sotto osservazione psicologica, non sarebbe comunque mai tornato in quella scuola”. Secondo l’avvocato “la bocciatura e l’allontanamento renderanno più difficile un inserimento futuro in classe, tra l’altro con ragazzi più piccoli. Invece di non ammetterlo agli scrutini, avrebbero potuto giudicarne il rendimento e poi decidere in seguito sull’espulsione”.

La presidente dei presidi del Lazio d’accordo con il consiglio d’istituto

Del tutto contrario a quello dell’avvocato è, invece, il parere di Cristina Costarelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi Lazio: “Mi trovo assolutamente d’accordo con la decisione del Consiglio d’Istituto perché un atto talmente grave non poteva che avere come conseguenza, come sanzione, la più grave, quella della bocciatura come prevista dalla normativa. E il ricorso presentato dalla famiglia la dice lunga su come, e io stesso l’ho sottolineato molte volte, la scuola da sola non può educare, serve anche la famiglia. Di fronte a un atto del genere, la famiglia avrebbe dovuto accogliere la sanzione a scopo correttivo, e come segno per sottolineare un atto veramente inqualificabile. Perché arrivare ad accoltellare una docente è di una gravità assoluta. Il pensiero che abbiamo avuto tutti è stato quello di come quel ragazzo sia andato a scuola armato”.

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