Bocciato in prima elementare, i genitori fanno ricorso al Tar: la sentenza arriva 13 anni dopo
In attesa della sentenza del Tar il giovane ha sostenuto gli esami di maturità, si è diplomato e ha terminato gli studi
Bocciata l’ammissione del figlio in seconda elementare, i genitori avevano deciso di rivolgersi al Tar e fare ricorso. La vicenda tuttavia è andata per le lunghe e la risoluzione è stata tutt’altro che immediata: basti pensare che il fatto risale al 2010 e l’udienza che vi ha messo un punto è stata fissata per il 21 dicembre 2023.
Il Consiglio di classe tredici anni fa aveva bloccato l’ammissione dell’alunno alla seconda a causa di diverse insufficienze in pagella dopo varie assenze. I genitori del bambino avevano considerato immotivata la decisione e si erano quindi appellati al Tar, Tribunale amministrativo regionale, adducendo “comportamenti illegittimi” da parte della scuola primaria “Silvio Zavatti” di Civitanova Marche. Nel primo quadrimestre, infatti, il piccolo aveva avuto 7 in tutte le materie, voti che a fine anno scolastico, dopo tredici giorni di assenza, erano scesi a 5, con conseguente bocciatura.
Iscritto in seconda elementare con riserva
I familiari avevano però avvisato l’Istituto dei problemi di salute del figlio, costretto fin dalla nascita a cure che gli avevano fatto saltare, inevitabilmente, diversi giorni di scuola. Il Tar, accolta la richiesta, aveva sospeso in via cautelare la bocciatura, poiché era emersa “un’evidente ed ingiustificata discrasia fra la valutazione del primo e quella del secondo quadrimestre”. Il bambino, in attesa che il Tar fissasse l’udienza di merito per emettere sentenza definitiva, aveva tuttavia frequentato la seconda elementare con riserva, continuando quindi gli studi. Alla fine l’udienza è stata fissata ma per il 21 dicembre 2023, ovvero tredici anni dopo. Il giovane, ormai ventenne, ha già sostenuto gli esami di maturità e si è diplomato.
Il responso del Tar: “Cessata la materia del contendere”
Il Tar, con sentenza n. 910/2023, ha messo la parola fine alla vicenda e ha dichiarato cessata la materia del contendere stante l’avvenuta conclusione del percorso scolastico dello studente. Il ministero dell’Istruzione, si legge nella decisione dell’organo amministrativo, avrà l’onere di risarcire i ricorrenti dell’importo delle spese di cancelleria sostenute per il procedimento del 2010.
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